Da Sannazzaro a Parona

Sannazzaro de’ Burgondi è una industriosa cittadina di antiche origini e sede di una delle più importanti raffinerie d’Italia. Ma la vocazione contadina dei suoi abitanti è ricordata dal monumento alla mondina, un personaggio ormai scomparso, ma di cui è vivo il ricordo per il duro lavoro che svolgeva e per l’allegria che portava ub queste terre durante i quaranta giorni dedicati alla monda del riso.

Ci dirigiamo ora verso Dorno, citata dugli itinerari romani come stazione di sosta sulla via per le Gallie, e, quindi, riprendiamo a Gropello Cairoli la statale 596 ancora sul vecchio tracciato della via seguita nel medioevo dai pellegrini romei. All’epoca del passaggio dell’arcivescono di Canterbury, Sigerico, che nel 990 si recò nella città di San Pietro, trascrivendo l’itinerario che oggi conosciamo come Via Francigena, a Gropello esisteva un castello oggi molto trasformato dalle varie aggiunte neogotiche. La cittadina lomellina è più nota perché custodisce gelosamente il sepolcreto dell’eroica famiglia Cairoli, nella villa che fu di sua proprietà e che conserva ancora vari cimeli del nostro risorgimento. Attraversiamo ora il vivace centro di Garlasco, divenuto punto di riferimento, oltre i confini provinciali, per i suoi locali di ritrovo e di svago e raggiungiamo la frazione Bozzole, dove sorge il grandioso santuario Mariano che ha dato il nome alla località. La sua storia è strettamente legata alla terra Lomellina, della cui fede è espressione autentica e profonda. La tradizione ci tramanda che nel 1462 la Vergine apparve ad una povera pastorella sordomuta che pascolava il suo gregge in questo luogo pieno di biancospini (buslon in dialetto lomellino), assicurancole la guarigione. Il fatto provocò grande entusiasmo e fu subito costruita una chiesa, poi ricostruita nel Seicento e completata durante i secoli seguenti.

Anche oggi il Santuario della Madonna della Bozzola è meta di pelleggrinaggi di fedeli devoti che giungono anche da molto lontano per pregare e chiedere grazie alla Vergine. Imbocchiamo la strada per Vigevano e raggiungiamo Gambolò, un paese agricolo ed industriale, pieno di iniziative e di tradizioni. Il borgo venne fortificato nel medioevo, quando fu anche costurito il castello; oggi, delle sue opere difensive murarie, rimangono solo tre porte che contrassegnano i limiti della geometrica struttura urbana con quella del castrum romano. Cuore del paese è la piazza principale dove prospettano eleganti edifici e la chiesa parrocchiale, di impianto romanico. Il castello medievale, sorto all’esterno del castro, fu più volte ricostruito e modificato nel corso dei secoli. Nell’ala seicentesca, trasformaata dalla famiglia Litta in abitazione nobile, è ospitato il Museo Archeologico Lomellino con significativi reperti della presenza umana in Lomellina dal Mesolitico recente (5500 a.C.) fino alla seconda età del Ferro (25 a.C.).

Siamo ormai alle porte di Vigevano, la città lomellina con la fama di centro industriale e “capitale della calzatura”. Vigevano ci accoglie cn le suggestioni dei suoi insigni monumenti medievali e rinscimentali, quali la Piazza Ducale, una delle più armoniose e belle piazze rinascimentali d’Italia, ed il castello, che fu visconteo e sforzesco ed è tutt’oggi uno dei più imponenti d’Italia. Una passeggiata per il centro cittadino è d’obbligo: è piacevole camminare sotto i portici quattrocenteschi, ammirare il Duomo ed il suo prezioso Tesoro, salire lo scalone per accedere al grande cortile del castello e raggiungere le merlature della Torre del Bramante, da cui lo sguardo abbraccia l’acciottolato della piazza, i tetti della città e poi tutta la campagna circostante fino alle Alpi. La la scoperta di Vigevano deve continuare per le eleganti vie del centro storico, fra i palazzi antichi, dove ebbero i natali l’attrice Eleonora Duse e lo scrittore Lucio Mastronardi, le belle chiese gotiche e barocche, ricche di opere d’arte, e soprattutto non deve tralasciare il Museo della Calzatura, unico in Italia, nato per ricordare l’industriosità e l’intraprendenza dei vigevanesi nel settore calzaturiero. Dopo una breve deviazione per visitare, nelle immediate vicinanze di Vigevano, la quattrocentesca fattoria ducale detta La Sforzesca, riprendiamo la circonvallazione esterna della città verso occidente e raggiungiamo Gravellona. Accanto alla seicentesca parrocchiale, dedicata a San Faustino, la piccola Comunità, con poche risorse ma molta fantasia, si presenta al visitatore come "paese d’arte", grazie alle numerose pitture murali comparsi negli ultimi anni sulle sue case e sui marciapiedi del centro. Merita una breve deviazione anche la frazione Barbavara, un piccolo abitato affacciato sulle risaie, a cui fanno da suggestivavcornice numerosi "murales", con diversi e curiosi soggetti.

Ritorniamo sui nostri passi e dopo aver raggiunto Cilavegna, un industrioso e popoloso centro noto per la produzione degli asparagi, cui è dedicata una caratteristica sagra la seconda domenica di maggio, raggiungiamo Parona, ultima tappa del nostro itinerario. La sosta nel moderno e vivace paese è d’obbligo per assaggiare e far scorta di uno dei più "speciali" dolci della Lomellina: le Offelle, un prelibato e semplice biscotto dalla forma ovale, prodotto da alcuni laboratori locali, secondo una segretissima ricetta. Il prodotto, divenuto ormai famoso in tutta Italia e all’estero, viene tutelato dal marchio di genuinità dalla locale Pro Loco.