Il Parco dei Tre Laghi Il Parco dei Tre Laghi
Il Parco dei Tre Laghi - 27/08/2022

Gravellona Lomellina

SCHEDA
In dialetto: Gravalönä
Abitanti: Gravellonesi
Superficie: 20,42 km2
Altitudine: 118 mt. s.l.m.
Diocesi: Vigevano

L’origine del nome

L’etimologia del nome del paese deriva probabilmente da «Grava», che significa «terreno coperto di sabbia».

Cenni storici

Sotto il profilo storico, le prime tracce di insediamento abitativo nella zona di Gravellona risalgono al VII secolo a.C., cioè al periodo della cultura di Golasecca, fortemente influenzata dal contatto con i nuclei celtici dell’età del ferro, presenti nella Pianura Padana. La penetrazione romana inizia alla fine del III secolo a.C. e lascia segni profondi sull’intero territorio; ne sono testimonianza sia la toponomastica locale, che ancora oggi tramanda numerosi nomi di origine latina, sia abbondanti ritrovamenti archeologici. Possiede i resti di un battistero cristiano e due sarcofaghi romani.

La storia ricorda che a Gravellona e dintorni furono probabilmente accampate le truppe di Annibale in occasione della battaglia del Ticino contro Publio Cornelio Scipione, padre di Scipione l’Africano. Incerte sono tuttavia le origini del paese, anche se esistono due vere e proprie necropoli gallico-romane alla periferia dell’abitato attuale. Ivi sono state rinvenute a più riprese monete di Augusto, Tiberio, Claudio e Gordiano, nonche altro materiale, andato disperso per incuria ed incompetenza specifica dei rinvenitori.

Già feudo dei Conti Barbavara, per investitura dell’imperatore d’Austria Massimiliano, fu luogo conteso durante l’età comunale da Novaresi e Milanesi. Altri feudatari del luogo furono, durante il medioevo, i Conti Cavallazzi e i Tornielli.

Il relitto storico più importante della borgata è il castello, già dei Conti Barbavara, di cui si hanno notizie fin dal 975. Verso la metà di tale secolo era padrone del paese un certo Mingone, vassallo del Vescovo di Novara, il quale, di fatto, non esercitò mai direttamente alcun diritto di proprietà. La costruzione fu probabilmente distrutta da uno dei Berengari e, dopo la sua ricostruzione medioevale, nuovamente rasa al suolo dai Visconti nell’anno 1361.

Da secoli appartenente alla diocesi di Novara, nel 1817 Gravellona fu traslata - con il suo Vicariato comprendente Cassolnovo, Villanova e Vignarello - alla diocesi di Vigevano. Nel 1829, pur essendo la nostra sede vescovile vacante, fu nuovamente restituita a Novara, per i buoni uffici del cardinale vescovo di quella città e dei nobili che qui risiedevano. Fu fatto il cambio con Sozzago, e le cose restarono così fino al 2016, quando Gravellona passò di nuovo a Vigevano, e Sozzago a Novara.

I monumenti e le opere d’arte

Il centro lomellino ama definirsi ”Città d’Arte“, in quanto parecchi edifici sono ornati di murales ed altre installazioni artistiche che lo rendono unico in Lomellina. Nel mese di giugno organizza anche la ”Festa dell’arte“ (vedi sotto) che richiama parecchi visitatori.

Nella Villa Barbavara, risalente al 1700 circa, si conserva intatta l’atmosfera dei secoli passati, grazie alla perfetta conservazione dello stile originale. Tradizione vuole che il giorno del matrimonio le spose vengano ritratte in questo parco a scopo beneaugurale. Nella villa, tuttora abitata dai Conti Barbavara, si possono ancora ammirare due antiche carrozze in perfetto stato di conservazione, nella stupenda e romantica cornice del vasto parco all’inglese, uno dei più grandi di tutta la provincia di Pavia (quasi sette ettari!).

La Chiesa parrocchiale
La Chiesa parrocchiale - 27/08/2022
Sulla strada principale del borgo si affaccia - preceduta da un monumentale sagrato - la Chiesa parrocchiale , intitolata alla Beata Vergine Assunta. Eretta tra il 1598 e il 1617 in luogo dell’antica chiesa pievana, fu consacrata con solenne rito dal Card. Ferdinando Taverna, Vescovo di Novara, il 16 aprile 1617. La grandiosa facciata fu ricostruita nel 1933 in stile neo barocco (arch. Lazanio di Novara); sopra il portale principale, nella nicchia si trova la statua dell’Assunta in pietra. Accanto l’antico ossario, con la grata in ferro battuto del sec. XVIII, fu adattato a cappella del Crocefisso con le statue lignee dell’Addolorata e del Cristo morto.

Grande, spaziosa, volta ad occidente, possiede sei altari in marmo pregevole. L’interno, restaurato alcuni decenni fa, è tra i più eleganti della diocesi, a tre ampie navate con ricca decorazione di transizione tra il tardo barocco e il primo neoclassico. La decorazione della chiesa è dovuta al pittore Villa di Vigevano (1903). Sopra l’altare maggiore in marmi policromi, eretto nel 1775, è il tronetto con una immagine della Divina Misericordia, che raccoglie grande devozione in parrocchia e nei dintorni, come le insigne reliquie (soprattutto di Santi e beati contemporanei). Le cappelle laterali conservano statue lignee pregevoli e tele del sec. XVIII; nella cappella del Carmine, in un piccolo Scurolo ottocentesco, sono conservate le spoglie di San Faustino, patrono di Gravellona, donate al parroco di questo paese dalla Chiesa di Roma nel 1850, dopo la loro esumazione dalle catacombe di Santa Ciriaca a Roma.

A non molta distanza è la chiesa di San Lino papa, eretta agli inizi del sec. XVII dai frati Agostiniani dell’Osservanza, che già nel 1598 vi avevano un fiorente convento. Fu soppresso nel 1804 per le leggi napoleoniche e la chiesa fu mantenuta al culto come sussidiaria della parrocchiale. Negli anni settanta del secolo scorso fu ceduta al Comune e spogliata degli arredi: è in attesa di una destinazione consona alla sua storia e alla sua elegante architettura secentesca.

Il santuario mariano di San Zeno
Il Santuario mariano di San Zeno - 27/08/2022
Annesso al civico cimitero sorge il Santuario della Madonna di San Zeno , cui si giunge percorrendo un lungo viale, ombreggiato da due filari di platani. Il Tempio sorge su un’antica chiesetta, risalente al 1347 e distrutta ai primi del settecento, dedicata a San Zeno, allora invocato come protettore dalla peste. L’attuale edificio, a pianta ottagonale con cupola, fu eretto nel 1762, e presenta, all’interno, due opere di particolare valore estetico: una pala d’altare raffigurante Sant’Anna e Maria Bambina incoronate ed un Cristo in croce, vero capolavoro dell’arte scultoria anatomica. Interessante è anche la pala dell’altare di San Zeno. Il complesso è stato integralmente restaurato tra il 2013 e il 2014.

Come in molte altre località del territorio lomellino, nel centro del paese sorge un edificio tradizionalmente indicato come “Castello”, in virtù di una storia e di una memoria orale che fisserebbero - senza ombra di dubbio, dicono gli abitanti - in quel luogo l’esistenza di un vero e proprio edificio fortificato, del quale però non sono documentate l’esatta ubicazione, le dimensioni nonché l’aspetto esteriore, e che sarebbe presumibilmente scomparso nel corso delle distruzioni operate nella zona tra il 1359 e il 1360 dalle truppe viscontee. Nonostante un breve tratto di muro scarpato, l’attuale complesso di edifici situato al termine di via Marconi non sembra però mostrare le vere tracce di una preesistente rocca.

Nei dintorni

La frazione Barbavara
La frazione Barbavara - 26/05/2024

Merita una breve deviazione anche la frazione Barbavara , un piccolo abitato affacciato sulle risaie, a cui fanno da suggestiva cornice numerosi “murales”, con diversi e curiosi soggetti. Da segnalare la chiesa di Sant’Eustachio, eretta in belle forme nella seconda metà del sec. XVII, su un edificio più antico, appartenuto ai frati Agostiniani che vi avevano un conventino, poi casa del Curato. Resta in un locale adiacente una preziosa Crocefissione con Santi del sec. XV, attribuito da alcuni a Tommasino da Mortara. La chiesa è conservata al culto e restaurata a cura degli abitanti della frazione.

La cascina Barzo, a poca distanza dal centro abitato, insiste su un insediamento molto antico, già fiorente in età romana: pochi resti ricordano l’antichissima chiesa di Santa Maria, di struttura romanica.

Il territorio e l’ambiente

Oggi, la piccola comunità, con poche risorse ma molta fantasia, si presenta al visitatore come “paese d’arte”, grazie alle numerose pitture murali comparse negli ultimi anni sulle sue case e sui marciapiedi del centro.

Grande successo sta riscuotendo negli ultimi anni il Parco dei Tre Laghi , un’area naturalistica creata dell’Amministrazione Comunale a scopo ricreativo e didattico. È un ritrovo molto apprezzato da giovani e famiglie lungo tutto l’arco dell’anno.

Gli eventi e le manifestazioni

Uno dei numerosi murales
Uno dei numerosi murales - 27/08/2022
La Festa dell’Arte

A partire dal 1992 il Comune ha istituito, con successo crescente, l’appuntamento della Festa dell’Arte che si svolge ogni anno all’inizio di giugno. Si tratta di una curiosa manifestazione, che invita tutti gli artisti che vogliano parteciparvi a creare delle opere, seguendo le linee guida di un tema d’ispirazione che cambia anno dopo anno. Il risultato consiste in un numero crescente di opere, quali murales, sculture e mosaici... Essi vanno ad arricchire ed abbellire l’arredo urbano e le aree limitrofe di questo grazioso centro lomellino con colori, allegria e fantasia.

La manifestazione principale è la caratteristica Festa dell’Arte che si tiene nel mese di giugno. Nella foto, un “murales” realizzato da un artista nel corso della manifestazione.