Arcobaleno sopra Barbavara Arcobaleno sopra Barbavara
Arcobaleno sopra Barbavara (frazione di Gravellona Lomellina) - 17/08/2020

Benvenuti in Lomellina

“Interamente pianeggiante, è terra dove, meglio che altrove,
si coglie e si sente l’alternarsi delle stagioni:
intirizzita d’inverno, verdissima e calda d’estate,
piena di colori e di vento in autunno
e risplendente, a primavera, dell’oro delle foglie dei pioppi,
messi in lunghe file a scandire le estese risaie
che come un immenso specchio riflettono il cielo.”

Paesaggio lomellino
Paesaggio lomellino - da Internet


Risaie al tramonto
Risaie al tramonto
da Internet
Una piccola parte della Pianura Padana, nella zona sud-occidentale della Lombardia, è designata con il nome di “Lomellina” (dove si trova?); è un’area pianeggiante e fertile di circa 1.250 kmq, interamente compresa nella provincia di Pavia; su tre lati ha confini naturali che la delimitano chiaramente: il Sesia ad ovest, il Po ad ovest e a sud ed il Ticino ad est; il confine a nord è rappresentato dalla cosiddetta “linea dei fontanili”. Questo territorio è diviso in tre “fette” dai torrenti Agogna e Terdoppio (anticamente pare vi fossero anche i torrenti Dirumplo, Lamposo e Solaro, di cui si hanno nebulose notizie e che probabilmente sfociavano nel Po): la zona occidentale è compresa tra il fiume Sesia ed il torrente Agogna, quella centrale tra i torrenti Agogna e Terdoppio, e quella orientale tra il torrente Terdoppio ed il fiume Ticino. In epoca romana queste tre zone erano denominate rispettivamente “Cottuda”, “Alliana” e “Siccomaro”.

Il materiale rinvenuto nelle numerose necropoli romane dimostra che questa terra è stata zona di grande importanza strategica e logistica. È stata citata da Plinio e storici come Strabone e Polibio hanno tramandato ai posteri le gesta delle sue popolazioni.

La Lomellina è un mosaico di 60 comuni; Vigevano è il centro più importante e, con la meravigliosa Piazza Ducale ed il vastissimo Castello visconteo, anche quello di maggiore attrazione turistica. Ma anche altri centri minori, piccoli paesi e cittadine, spesso a torto considerati poveri e carenti di attrattive dal punto di vista storico, artistico, culturale ed ambientale, sono, al contrario, più di quanto comunemente si creda, ricchi di testimonianze di ogni epoca, che nella varietà del paesaggio custodiscono e riflettono una loro propria identità.

La conformazione geografica e l’ambiente di quello che Dante ha chiamato “lo dolce piano che da Vercelli a Marcabò dichina” sono caratterizzati da abbondanza di acque che, con un clima temperato, hanno da sempre favorito l’agricoltura, dando origine ad un’illustre tradizione in questo settore. La nostra pianura, com’è oggi, è frutto di secolari lavori di irrigazione, di sistemazione dei terreni, di pratiche colturali via via più affinate. La rete irrigua che si diffonde minutamente è il risultato di un’operazione iniziata fin dai tempi etruschi e romani, fiorita sotto i Visconti e gli Sforza. Qui, a partire dall’epoca moderna, si è affermato un sistema agrario imperniato sulle colture foraggere e sull’allevamento bovino da latte.

È pur vero che le corti abitate di vita contadina, le grandi cascine che da sole formavano un piccolo villaggio, sono realtà preziose e quasi introvabili: per lo più si trovano gruppi di costruzioni dove l’abbandono si sente nell’aria, dove risuona come eco lontano il fervore di vita che li abitava solo alcuni decenni fa. Eppure in questo silenzio non tutto si è spento. Uomini coraggiosi hanno resistito e conservato ambienti, lavorazioni, l’uso del tempo proprio della campagna lombarda, in sintonia con un ambiente che va difeso e conservato per un equilibrio globale della natura e dell’uomo.

Un campo di pioppi e papaveri
Un campo di pioppi e papaveri
22/05/2023
Questo territorio ha saputo mantenere una sorpredente unità, malgrado la sua posizione di marca di confine, di terra di passaggio tra potenze per secoli e secoli in lotta fra loro. Unica eccezione è Vigevano, tutta milanese, che ha proprio una storia a parte. Questo carattere di terra-ponte, non più piemontese e non del tutto lombarda, è ancora visibile a chi percorra in lungo e in largo la Lomellina. Questa terra ha altresì legato il suo nome ad alcuni famosi personaggi, che hanno lasciato la propria impronta nel percorso della nostra storia nazionale.

In Lomellina si coglie molto bene il mutare delle stagioni: bianca di brina o di neve in inverno, con il “mare a scacchi”, come viene definito lo straordinario specchio delle acque nelle risaie in primavera, calda e molto verde d’estate, e “dipinta” con mille tonalità di colori in autunno. La primavera e l’autunno sono i periodi migliori per visitare questo fazzoletto di terra, a volte spettacolare, scegliendo fra diversi itinerari e numerose possibilità: le escursioni a piedi o in bicicletta, la visita alle importanti testimonianze del passato, le passeggiate a cavallo, le discese in canoa sul Ticino, il “fiume azzurro”, o la caccia fotografica nelle numerose aree protette che sono disseminate nel territorio.

Inoltre, durante tutto l’anno è possibile partecipare ad innumerevoli sagre e feste popolari, spesso di antica tradizione, che uniscono aspetti religiosi ad altri gastronomici e ricreativi.

Tutti questi argomenti sono descritti in maniera più dettagliata nelle pagine di questo sito Internet, anche se il lavoro qui presentato necessita di integrazioni e di continui aggiornamenti. L’obbiettivo principale è quello di suscitare motivi di interesse o di curiosità per questo fazzoletto di terra e per la gente che vi abita, sempre (vabbé, diciamo il più delle volte...) cordiale ed accogliente.