Istituito nel 1974, situato lungo le sponde del Ticino, nel tratto tra il lago Maggiore e la confluenza con il Po, tra le province di Varese, Milano e Pavia, con i suoi 90.640 ettari fino a pochi anni fa era il parco fluviale più grande d’Europa. Fu realizzato per salvaguardare un territorio assai vario, dove le attività produttive e gli insediamenti umani convivono con un patrimonio ambientale di grande valore. Chi si dovesse trovare al ponte della Becca, dove il Ticino confluisce nel Po, può osservare la notevole differenza del colore delle acque e come quelle del Ticino siano molto più limpide. Infatti le acque che escono dal Lago Maggiore, già di buona qualità, scorrono in un alveo costituito da materiali grossolani, prevalentemente ciottolosi-ghiaiosi e sabbiosi, con pochissima presenza di materiale in sospensione. Al “Fiume Azzurro” non mancano purtroppo apporti inquinanti di tipo biologico, ma la presenza di risorgive naturali, che immettono nel fiume acque di provenienza sotterranea, pulite ed ossigenate, tende a mitigare i fenomeni dell'inquinamento.
Il modo migliore per visitare il parco è a piedi o in bicicletta, lungo percorsi di notevole interesse ambientale e naturalistico; ci sono anche alcuni itinerari particolari sia per gli appassionati di canoa, sia per coloro che amano le sgroppate a cavallo. Accanto ai pioppeti, alle risaie e alle marcite che rivelano l’opera dell’uomo, si sviluppa una gran varietà di piante: estesi boschi, resti delle antiche foreste che un tempo ricoprivano tutta la valle padana, e vegetazione acquatica, rigogliosissima in prossimità delle risorgive e delle lanche. Anche la fauna, sia terrestre che ittica, riveste estrema importanza nell’ambiente del parco.
La stagione più adatta per visitare il parco è la primavera, quando le fioriture coprono i boschi o le acque, anche se occorre un po’ di attenzione a non spingersi troppo nei pressi delle garzaie, con il rischio di disturbare la nidificazione degli aironi; oppure l’autunno, quando le lanche ospitano numerose anatre svernanti. L’estate è, purtroppo, anche la stagione delle zanzare e dei numerosi turisti.
La vegetazione che caratterizza le zone della valle fluviale è il querceto misto, che si sviluppa nel suolo profondo della bassa pianura, con alberi di farnia, olmo, carpino e pioppo nero. Nella collina maggiormente arida prevale il ceduo di roverella e di castagno con larghe presenze di pino silvestre. I terreni più umidi ospitano il pioppo bianco, l’ontano nero ed i saliceti. Molto diffusa è la robinia, specie di origine esotica come il prunus serotina. Rimarchevole, soprattutto nel confronto con l’impoverita situazione padana, è la flora degli ambienti umidi (ninfea, ranuncoli d’acqua, iris), quella del sottobosco (mughetto, pungitopo) e delle radure (dittamo, asfodelo, gladiolo).
Il triangolo del “Siccomario”, tra Ticino e Po, è famoso per la presenza di due boschi magnifici, esemplari di selva planiziaria padana, lasciti di due fratelli pavesi: il Bosco Siro Negri ed il più maestoso Bosco Giuseppe Negri.
L’animale selvatico è riservato per natura, e il parco non è uno zoo. Lungo il Ticino gli animali vivono a migliaia: cinghiali, caprioli, tassi, conigli selvatici, lepri; tra gli uccelli i falchi pescatore, le gallinelle d’acqua, le folaghe, le alzavole, i fischioni, i tuffetti, le varie specie di aironi, le ghiandaie; le sponde del fiume coperte di salici e saliconi ospitano una ricca avifauna acquatica nidificante: salciaiole, usignoli di fiume, tarabusi, cannareccioni; sono frequenti anche i cuculi.
La pesca sul fiume ha sempre costituito attrazione per le popolazioni rivierasche che ancora oggi la praticano con le reti, se pescatori professionisti, e con lenza e bilancia, se dilettanti. Tra i pesci, è possibile trovare trote, anguille, temoli, tinche, cavedani, lasche, storioni, lucci, persici, alborelle e bottine.
Il greto del fiume, prevalentemente ghiaioso, è costituito da materiali provenienti dall’erosione glaciale che la vorticosità delle acque, in occasione delle piene, continua a spostare a valle: si tratta di ciottoli, sabbie, quarziti, minerali vari, tra cui, in piccola quantità, pagliuzze d’oro. Per questa sua caratteristica, tutti gli anni, a fine agosto, si svolge un’originale gara: il campionato italiano dei cercatori d’oro.