08/01/2021
29/05/2024
La più importante è senza dubbio Piazza Ducale , una delle più
armoniose e belle piazze rinascimentali d’Italia, un magnifico “salotto”, da sempre al centro della vita sociale urbana della città.
Ideata da Donato Bramante, viene fatta costruire, a partire dal 1492, da Ludovico il Moro come anticamera nobile del castello. Si presenta come un allungato
rettangolo di 134 metri di lunghezza per 48 di larghezza, circondata da portici ad arcate, sorretti da 84 colonne con capitelli lavorati e tutti differenti fra loro.
Originariamente i portici si interrompevano ai piedi della torre, in corrispondenza dell’attuale scalone di accesso al castello; una rampa, percorribile anche
a cavallo, saliva dal centro della piazza fino al portone del castello, ingresso d’onore della reggia vigevanese. Inoltre, la facciata della Cattedrale era
diversa dall’attuale: quella cinquecentesca, attribuita ad Antonio da Lonate, era di stile rinascimentale, ed aveva un asse di simmetria liturgicamente
direzionato a levante, e quindi non coincidente con l’asse di simmetria della piazza. Nel 1680 avviene un completo rovesciamento di rapporti tra piazza e
chiesa: infatti, il vescovo Juan Caramunel Lobkovitz riesce magnificamente a reinterpretare la piazza come anticamera della cattedrale, separando, al tempo stesso,
la dipendenza di quest’ultima dal castello. La rampa viene abbattuta, il giro dei portici completato, ed il quarto lato della piazza viene chiuso dalla
facciata barocca della Cattedrale, concava e perpendicolare all’asse della piazza, in modo da mascherare l’eccentricità della chiesa e dare
l’illusione ottica di una certa coincidenza assiale tra chiesa e piazza, e, di conseguenza, di un loro diretto rapporto. La cinquecentesca decorazione
pittorica viene rifatta agli inizi del Novecento con colori e motivi vivaci: un gioco illusionistico di architetture, figure mitologiche, disegni floreali, stemmi
ducali ed una serie di medaglioni raffiguranti personaggi della famiglia ducale, i grandi della storia classica e curiosi motti quattrocenteschi. Da notare,
inoltre, la serie dei comignoli che coronano il culmine dei tetti della vasta piazza quadrilatera.
29/05/2024
, di antichissime origini, viene citata in un documento del 963; subì
varie ricostruzioni, tra le quali quella del 1364. Un secolo più tardi fu aggiunta la cupola, e nel 1531 si decise di atterrarla completamente ad esclusione
dell’abside e del coro per ricostruirlo, su progetto di Antonio da Lonate. Dopo la morte del duca Francesco II Sforza, i lavori continuarono stentatamente;
nel 1553 fu posto il tetto, ma la chiesa fu terminata solo nel 1606. L’attuale facciata è dovuta al vescovo Juan Caramunel Lobkovitz, per disegno e
attuazione dei lavori, e risale al 1680. L’interno è a croce latina, a tre navate su pilastri coronati da capitelli compositi dorati. Sull’incrocio
della navata centrale con quella trasversale è voltata la cupola, con copertura in rame, innalzata su un tamburo cilindrico nel 1716. La Cattedrale, dedicata
a Sant’Ambrogio, conserva tuttora notevoli opere d’arte: una magnifica ancona di scuola leonardesca, ritraente i SS. Giacomo e Cristoforo, due quadri
attribuibili a Gaudenzio Ferrari ed altre prestigiose opere di Bernardino Ferrari, Pietro Mariani, Gallo Gallina e Francesco Gonin; dei milanesi Vitale Sala, Mauro
Conconi e Bernardo Gatti e del vigevanese G. B. Garberini; una tavola a tempera di Macrino D’Alba. Si può ammirare, inoltre, il mausoleo marmoreo del
vescovo Galeazzo Pietra, la cappella di S. Carlo ed alcune ancone, oltre a numerosi affreschi di ignoti. La pavimentazione del presbiterio, l’altare, la sede e
l’ambone sono stati rinnovati nel corso del reatsuro concluso nel 2022. Di grande interesse, degno di visita, anche il Tesoro
del Duomo.
Orari di apertura: sabato e festivi (10-18:30), gli altri giorni su prenotazione - tel. 0381 690 370
20/09/2009
, costruito per volere di Luchino Visconti, podestà di Vigevano,
che nel 1341 fece erigere la rocca vecchia, una fortezza a guardia della strada per Milano, e nel 1345 il vero e proprio castello, a forma quadrilatera con quattro torri
angolari a merlatura ghibellina. Due anni più tardi i due fortilizi furono collegati dalla Strada coperta, un grande ponte fortificato che scavalca il borgo
permettendo rapidi passaggi dal castello alla campagna: un’opera veramente sorprendente lunga 164 metri e larga 7. Successivamente gli Sforza, grazie anche al
contributo artistico di Donato Bramante, diedero al castello i caratteri di grandiosa residenza principesca e lo splendore di una fra le più ricche corti
rinascimentali d’Europa. Dal 1492 al 1494, per volere di Ludovico il Moro, fu completata la costruzione delle Scuderie (già intrapresa da Galeazzo Maria),
capaci di contenere quasi mille cavalli, della torre a volumi sovrapposti e degli agili colonnati della Falconiera, adibita all’allevamento ed all’addestramento
dei falconi per la caccia. Nella parte posteriore del castello fu aggiunta un’ala residenziale riservata alla duchessa Beatrice d’Este e fu costruita
l’elegante Loggia delle Dame.
La Torre del Bramante , eretta a più riprese, nel punto più alto della città,
su un basamento di epoca comunale, viene ristrutturata nella forma attuale da Donato Bramante, nel 1492-1493; il cupolino della torre è barocco, e vi fu collocato al
tempo della costruzione della facciata del Duomo. Con la sua caratteristica forma “filaretiana”, a corpi scalari, dalle sue merlature si gode una panoramica completa
sulla piazza, sul castello e sull’intera città. All’interno si possono ammirare i pannelli storico-artistici relativi alla “vicenda costruttiva”
del Castello, della Piazza e della Torre. Alcuni spazi vengono utilizzati per mostre.
All’ombra della torre è situata la statua di San Giovanni Nepomuceno (1799), che ricorda il breve periodo di occupazione degli austriaci.
Lungo le eleganti vie del centro storico si susseguono palazzi neoclassici ottocenteschi, case barocche, graziosi cortili e chiese di ogni epoca e stile artistico. Meritano sicuramente una visita:
Tra gli edifici di una certa monumentalità vanno ricordati:
Vigevano è considerata ancora oggi la capitale italiana della scarpa, anche se ormai la maggior parte delle aziende si è trasferita altrove o ha chiuso i battenti; la città ha dedicato agli umili ed operosi artefici del suo sviluppo economico l’unico museo nazionale del genere: il Museo della Calzatura. Ed inoltre ha voluto dedicare anche la centralissima “Piazza Calzolaio d’Italia” e il monumento al Calzolaio d’Italia, che sorge di fronte al Palazzo delle Esposizioni, nei pressi del moderno Parco Parri.
Non molto distante dal centro città si trova il Mulino di Mora Bassa
,
voluto da Ludovico il Moro che nel 1494 lo offrì come dono di nozze alla moglie Beatrice d’Este e presenta ancora oggi alcune
caratteristiche architettoniche che rimandano alle enormi capacit&sgrave; e conoscenze di Leonardo da Vinci, presente in quegli anni alla corte
sforzesca. È un edificio dotato di due grandi ruote idrauliche che appartiene dal 1988 all’Associazione Irrigazione Est Sesia di Novara;
nel 2000 per volontà della stessa Associazione è stato restaurato e trasformato in sede museale.