La Chiesa di Santa Croce La Chiesa di Santa Croce
La Chiesa di Santa Croce - 27/08/2022

Mortara

SCHEDA
In dialetto: Murtèrä
Abitanti: Mortaresi
Superficie: 52,12 km2
Altitudine: 108 mt. s.l.m.
Diocesi: Vigevano

Cenni storici

L’origine del nome

Il nome di Mortara viene per la prima volta alla ribalta in modo chiaro nell’VIII secolo; secondo alcuni storici il nome deriverebbe da “Mortis Ara” (altare dei morti), che fu dato alla città dopo la sanguinosa battaglia tra i franchi di Carlo Magno ed i longobardi di Desiderio.
Tale parere non è condiviso da tutti gli storici: per quanto non si sappia con sicurezza assoluta l’origine del nome di Mortara, né l’epoca esatta della sua fondazione, la presenza di iscrizioni romane e di altri elementi probativi ne fanno legittimare rigorosamente l’attribuzione al IV secolo d.C.

Per quanto non si conosca con sicurezza assoluta l’origine dell’abitato di Mortara, ne’ l’epoca esatta della sua fondazione, diversi ritrovamenti archeologici ne fanno legittimare l’attribuzione al IV secolo dopo Cristo.

Essa dovette la sua gloria più antica alla via consolare che da Ticinum (Pavia), per Augusta Taurinorum (Torino), conduceva nelle Gallie, ed all’altra che, staccandosi dalla prima non lontano da Laumellum (Lomello), portava in Franca e in Germania attraverso i passi del Piccolo e Gran S. Bernardo. I centri nominati rappresentano una sicura e valida testimonianza della romanità e delle successive epoche di decadenza e rinnovamento.

La storia di Mortara è legata alla diffusione del Cristianesimo. Le strade consolari che qui confluiscono facilitano la diffusione della religione ed in città sostano schiere di pellegrini provenienti anche d’oltralpe, in cammino lungo la famosa Via Francigena. Tra gli altri sono passati: Sant’Eusebio, San Gaudenzio, San Martino, Sant’Agostino, Sant’Ambrogio e San Germano. Si è accertato che Mortara nel Medioevo una certa importanza demografica ed è centro di intenso traffico. A partire dal secolo XI, il nome di Mortara è conosciuto in Italia settentrionale grazie all’importanza raggiunta dall’ordine monastico dei Mortariensi.

L'Abbazia di Sant'Albino
L’Abbazia di Sant’Albino - 27/08/2022

La storia della città resta legata alla leggenda secondo cui l’attuale centro abitato sarebbe stato fondato dagli abitanti dell’idilliaca Pulchra Silva, dopo la sanguinosa sconfitta inflitta da Carlo Magno al longobardo Desiderio, il 12 ottobre 773. La battaglia viene combattuta appena fuori della città, dove ora sorge l’Abbazia di Sant’Albino ( - V secolo). Come ricorda l’Ariosto, nel Canto II dell’Orlando Furioso: “Quivi cader dei Longobardi tanti, e tanta fu quivi la strage loro, che il loco della pugna di abitanti, Mortara poi da sempre nominoro”.

In seguito la città è legata alle vicende storiche dei Visconti e, tra il 1374 e il 1402, in forza di un decreto di Gian Galeazzo Visconti, viene chiamata Beldiporto. Luogo di caccia e di svago, di campagne lussureggianti, di distese boschive e granarie, essa è un po’ succursale di Pavia e Vigevano. Sopporta anche assedi ed angherie di feudatari: nel primi anni del ’400 patteggia con Facino Cane; poi si schiera con Francesco Sforza e con Francesco d’Este; nel 1527 viene barbaramente saccheggiata da Francesco Borbone-Vendome, dopo essere stata infeudata, tra il 1467 ed il 1489, a Ludovico il Moro, che si fregia, quindi, anche del titolo di «Conte di Mortara».

Fra i Marchesi di Mortara sono da ricordare Obicino Caccia, Francesco Il Sforza, Matteo Beccaria, Pirro e Cornelio Colonna.

Uno degli ultimi avvenimenti regali di cui fu testimone il capoluogo lomellino riguarda la permanenza dell’ambasciatore pontificio Cardinale Ludovisi, inviato a dirimere le controversie pendenti tra il Re di Spagna ed il Duca di Savoia, che si contesero aspramente il dominio delle sue terre in guerre sanguinose tra il 1613 ed il 1617, dopo la successione del Monferrato. Il Cardinale legato ottenne il successo diplomatico con la rappacificazione dei contendenti, i quali siglarono a Pavia un trattato nel 1617.

Il Cardinale Ludovisi sale poi al soglio pontificio nel 1621, alla morte di Paolo V, con il nome di Gregono XV. Egli non dimentica l’ospitalità di Mortara nella casa di Boniforte Avico, Vicario di San Lorenzo. A titolo di lustro ricordiamo che dal pulpito dell’insigne basilica laurenziana predicano San Bernardino da Siena, San Carlo Borromeo (nel 1578) ed il citato Gregorio XV.

Nel 1658 subisce l’assedio, a cui resiste per 22 giorni, dell’esercito franco-piemontese di Francesco d’Este, e nel 1706 viene annessa allo Stato Sabaudo, divenendo capoluogo della provincia di Lomellina. Nel 1748 viene abbattuta la “Porta di Giove”, ultima testimonianza dell’insediamento romano.

Mortara, ed in particolare il cascinale di Sant’Albino, è teatro di un furioso combattimento tra austriaci e piemontesi il 21 marzo 1849 (per approfondimenti clicca qui): la sconfitta dei piemontesi prelude a quella, definitiva, di Novara. Lo scontro viene ricordato da un obelisco eretto nel 1852 (la piramide) in località Sabbioni di Mortara, lungo la provinciale per Pavia.

La città di Mortara vanta, da un secolo, la casa generalizia delle Suore Missionarie dell’Immacolata Regina Pacis, le cosiddette “Suore Pianzoline”. Fu inoltre culla dei Canonici Regolari di Santa Croce, poi confluiti nei Lateranensi. Inoltre, fino alle soppressioni napoleoniche di inizio ottocento, la città possedeva un convento maschile e due monasteri femminili dalla storia gloriosa. Sorsero tutti nel XV sec.: il convento maschile era dei Francescani appartenenti all’Osservanza, intitolato a San Bernardino da Siena, che aveva predicato nella basilica di San Lorenzo; un convento femminile era delle Clarisse, e sorgeva nella zona ove ora si trova il complesso del “Cappa-Ricci”; l’altro convento femminile ebbe origine negli stessi anni presso l’antica chiesa di San Cassiano, che era stata la parrocchiale del paese officiata dai Canonici di Santa Croce.

Personaggi di rilievo

  • Andrea De Cantiano, arcivescovo di Milano (899-906);
  • Adamo da Mortara, fondatore dell’Ordine Mortariense (1083);
  • Luigi Travelli, poeta e patriota, (1761-1836);
  • Prospero Tonso, ministro piemontese e membro della prima Consulta napoleonica (1794-1800);
  • Epifanio Fagnani, idraulico, filosofo, deputato (1793-1868);
  • Giovanni Josti, esule, oratore, deputato, al quale Brofferio dedicò la sua Storia del Parlamento Subalpino (1799-1853);
  • Luigi Mangiagalli, ginecologo e fondatore dell’Università di Milano;
  • Angelo Omodeo, idroelettrico;
  • Francesco Pezza, medico-chirurgo e storico lomellino di chiara fama (1956);
  • Prof. Silvio Santagostino, pittore (1971).

I monumenti e le opere d’arte

La basilica di San Lorenzo
La basilica di San Lorenzo - 26/08/2022

Mortara è priva di castelli, ma ricca di chiese e basiliche. La più importante è senza dubbio la grandiosa Basilica di San Lorenzo , gioiello architettonico della città, grandiosa costruzione gotica eretta tra il 1375 ed il 1380, ricca di importanti opere d’arte: vi si annoverano tavole di Bernardino Lanino (Madonna del Rosario, datata 1516), cinque tele di Giulio Cesare Procaccini, la grande tavola d’altare di G. B. Crescpi detto il Cerano e altri preziosi lavori risalenti ad un periodo compreso tra il XV ed il XVII secolo. Singolare è il presepe ligneo, popolato da 80 personaggi in bassorilievo, dell’inizio del XV secolo. L’attuale torre-campanile risale al 1100 ed è quindi preesistente alla stessa basilica. Nel 1418 - secondo le antiche cronache - vi venne a predicare San Bernardino da Siena, lasciando un grande segno nella comunità

La chiesa di Santa Croce
La chiesa di Santa Croce - 27/08/2022

Pregevole anche l’abbazia mitrata di Santa Croce , costruita una prima volta nel 1080 fuori dalle mura da Adamo da Mortara e servì come chiesa madre dell’Ordine Mortariense, fusosi nel 1448 con quello Lateranense di Roma. L’originaria chiesa fu benedetta da Papa Urbano Il nel 1096 e consacrata da Innocenzo Il nel 1132; fu poi riedificata interamente nel 1596 su progetto di Pellegrino Tibaldi. L’Ordine Mortariense esercitò larga influenza su parecchie chiese del Piemonte e della Lombardia. Anche qui sono conservate pregevoli opere pittoriche di Bernardino Lanino, del Moncalvo, di Bernardino Ferrari e di Palma il Giovane.

Da segnalare inoltre la chiesa di San Carlo e Santa Veneranda, innalzata per voto fatto a San Carlo durante la terribile pestilenza del 1630; viene eretta con le sole offerte del popolo, a partire dal giorno 8 settembre 1633, ma le incessanti guerre, che si succedono in Lomellina, tra le quali l’assedio di Mortara, ritardano i lavori che si protraggono fino al 1653. Circa dieci anni dopo, il 19 novembre 1664, vi viene portato il corpo di Santa Veneranda Martire; nel 1725 vi viene innalzato l’altare ed il tronetto marmoreo per riporvi la Santa. La chiesa è detta comunemente di Santa Veneranda.

Il palazzo municipale
Il palazzo municipale - 15/10/2022
Il teatro comunale
Il teatro comunale - 11/01/2023

Mortara rimane capoluogo della provincia di Lomellina fino all’unità nazionale; in questo periodo si arricchisce di pregevoli edifici, fra i quali il Teatro ( - 1846) ed il Palazzo Municipale ( - 1857). Degni di nota anche la Borsa Contrattazione Merci (ex macello), interessante esempio di archeologia industriale, il Museo Civico ed alcuni esempio del “razionalismo italiano”, come le Scuole Comunali, l’Asilo Nido e il Centro di Ristoro per Mondariso.

Nel 1919 i padri Minori Francescani ritornano a Mortara ed aprono un nuovo convento, maturando l’idea di innalzare un Santuario Antoniano. La Chiesa, progettata dagli ingegneri Corsico, Ciocca e Cellerio, in stile lombardo moderno, è a tre navate con cappelle laterali e ampio presbiterio. Viene aperta al culto nel 1927. Vicino alla porta, nel 1929 viene stata eretta una riproduzione della grotta di Lourdes con un altare all’Immacolata.

Nei dintorni

La chiesa di Santa Maria del Campo
La chiesa di Santa Maria del Campo - 27/08/2022

Da segnalare, in primo luogo l’Abbazia di Sant’Albino , risalente al V secolo, ricostruita sul luogo dove, il 12 ottobre 773, si combatte la sanguinosa battaglia con cui i franchi di Carlo Magno sconfiggono i longobardi di Desiderio.

Pochi chilometri fuori dal centro abitato, nellla frazione di Madonna del Campo, sorge il santuario di Santa Maria del Campo ; già esistente nel XII secolo col nome di Santa Maria della Pertica, viene rifatta nel 1440 nelle forme attuali gotico-lombarde; l’interno, molto semplice, ma di suggestiva eleganza, ospita interessanti affreschi, tele e stucchi di artisti locali del XVI e XVII secolo, fra cui spicca la mano del Cerano (Pietà e Angeli musicanti); la Madonna del latte di Tommasino da Mortara funge da pala all’altare maggiore ed è oggetto di grande devozione, in seguito ad alcuni miracoli che le sono stati attribuiti. Sulla parete che delimita la nave verso il presbiterio il pittore lomellino Bialetti affrescò nel 1916 un grande quadro rievocante la battaglia carolingia di Mortara e la morte degli eroi francesi Amis e Amil de Beyre (773). Tale lavoro occupa circa 40 metri quadrati di parete. In questa piccola frazione di Mortara la denominazione di “Via Maestra” che assume una strada potrebbe essere un segnale di un antico percorso, probabilmente già delineato nel medioevo.

Il Comune comprende le frazioni di:

  • Casoni dei Peri;
  • Casoni di Sant’Albino, ove si trova la chiesa parrocchiale, dedicata alla Madonna del Rosario, del XVIII sec., con un bell’altare in marmi policromi, tele ed altre suppellettili; l’ edificio fu ampliato nel 1850 e dotato di un bel campaniletto cuspidato con tre campane;
  • Cattanea;
  • Madonna del Campo.

Le attività economiche

Mortara è oggi un moderno centro, fiorente di attività agricole, industriali e commerciali, nonchè un importante nodo stradale e ferroviario, ma la sua fama rimane legata ad un prodotto gastronomico genuino e prelibato, famoso fin dall’epoca sforzesca. Parliamo del salame d’oca e delle specialità culinarie legate a questo bipede, come i prosciutti ed i prelibati patè di fegato, che i salumai cittadini, riuniti nel Consorzio Produttori, preparano ancora con la cura e la genuinità di un tempo.

Gli eventi e le manifestazioni

Legata alla rarissima specialità culinaria mortarese è una delle più amate feste folcloristiche della zona: la Sagra del Salame d’Oca, che si svolge l’ultima domenica di settembre. Ludovico il Moro, Beatrice d’Este, la corte ducale, le corporazioni delle arti e dei mestieri e gli sbandieratori fanno rivivere per un giorno, in una suggestiva e coinvogente sfilata, le magiche atmosfere medievali. Abbinato alla manifestazione si svolge il “Palio dell’Oca”, una sfida avvincente tra le sei contrade cittadine; il comune gioco dell’oca trova qui una rappresentazione con pedine umane che si spostano lungo le cinquanta caselle e con gli arcieri associati alle contrade che, con la loro abilità, determinano il numero di spostamenti lungo il percorso. La bravura degli Sbandieratori di Mortara, conosciuti in tutta Italia ed all’estero, ha fatto inserire la città nell’elenco nazionale delle città sede di Palii Storici.

Altre manifestazioni importanti sono la Festa di Santa Croce, nel mese di maggio, e la Festa di San Pio X, nel mese di settembre.