La Chiesa parrocchiale La Chiesa parrocchiale
Affresco raffigurante Sant’Alessandro sulla facciata della Chiesa parrocchiale - 15/10/2022

Zeme

SCHEDA
In dialetto: Ŝem
Abitanti: Zemesi
Superficie: 25,00 km2
Altitudine: 104 mt. s.l.m.
Diocesi: Vigevano

Cenni storici

La Chiesa parrocchiale
La Chiesa parrocchiale - 15/10/2022
L’origine del nome

Gli storici discordi sono sull’etimologia del nome. Alcuni sostengono che in origine si chiamasse “Geminae columnae” per due colonne miliari che si collocavano sulle vie romane, altri invece fanno derivare il nome da “Gemina castra”, per il fatto probabile che in questo territorio si siano accampati gli eserciti di Mario e Catulo, prima di infliggere ai Cimbri la sconfitta sul Sesia. La seconda versione (Gemina modificata poi in Zemida, da cui l’attuale Zeme) sembra la più attendibile e sarebbe confermata dal riscontro topografico di Zeme, essendo questo paese a breve distanza dal luogo ove ebbe luogo, nel 101 a.C., la battaglia dei “campi Raudii”.

Zeme è paese dall’antichissima storia, legata alle vicende religiose relative alla prima colonizzazione cristiana della zona. Il documento più antico che nomina la località è un diploma del 977 dell’imperatore Ottone II col quale vengono concessi al vescovo di Pavia diversi beni. E’ pertanto da ritenersi che l’abitato sia stato per molto tempo di proprietà del vescovado di Pavia.

Tra i feudatari del paese si annoverano i Conti di Lomello: i Conti di Vercelli, investiti da Ottone I nel 962: il Vescovo di Novara (investito da Guido nel 1137): il Prevosto abate di S. Croce di Mortara (per investitura di Gian Galeazzo Visconti, nel 1387); Antonio Pozzo di Pollenzo (feudo confiscato nel 1412), Fiiippino Cane, figlio di Facino, che lo vendette nel 1424 ad Angelo Della Pergola (i cui discendenti lo trasmisero ad altri nel 1518); quindi Polidoro e Marcantonio di San Cassiano, che lo cedettero poi a Francesco Il Sforza.

L’esistenza di un vasto complesso fortificato è poi confermata nel secolo XV, in documenti dai quali si può dedurre l’ampiezza e l’aspetto approssimativi del castello e del suo ricetto. Nel 1530 la terra di Gemina, con il castello e i beni connessi, viene ceduta dal duca Francesco II Sforza in proprietà alla curia vescovile ed al capitolo di Vigevano. Da quest’epoca Zeme cessa di essere signoria e prende il nome di contea (dal Pianzola). In seguito a ciò, anticamente il titolo di conte di Zeme spetta ad ogni vescovo di Vigevano, sia pure a titolo onorifico, in quanto nel 1810 da Napoleone vengono tolti tutti i beni e venduti ai privati. Nel 1635 l’abitato di Zeme e il castello subiscono gravi danni per le scorrerie di spagnoli e francesi.

Del contesto storico in cui si inseriscono le millenarie vicende di Zeme è parte integrante Sant’Alessandro, già comune autonomo, oggi ridotto a cascinale e sua frazione. Il minuscolo abitato, fu matrice non solo di di Zeme stessa, ma anche di Castello d’Agogna, Nicorvo, Castelnovetto, Celpenchlo, Olevano, Zeme e, secondo alcuni autori, anche di Valle. Rappresenta la sopravvivenza dello scomparso paese di Carosio che, distrutto nella sua massima parte in seguito a vicende belliche, sembra poco a poco svanire nelle nebbie della storia, gradualmente sostituito, nel toponimo e fisicamente, da Sant’Alessandro. Esso, infatti, costituisce in origine la pieve intorno alla quale si sviluppa il nuovo centro abitato, in margine al quale esisteva un castello, di cui si hanno peraltro poche notizie, sulle cui vestigia sorge, a cavallo dei secoli XVII e XVIII, l’attuale, detto “dei Bottigella”.

Il centro di Zeme è cresciuto in seguito all’apertura, avvenuta nel 1700, di una nuova strada di collegamento tra Mortara e Valenza, che ha rovocato il decadimento e lo spopolamento di S. Alessandro-Carosio, ubicato lungo un tracciato più antico e meno agevole.

A cavallo tra il 1800 ed il 1900, Zeme fornisce le sue migliori braccia soprattutto all’Argentina. Ogni ottobre, terminata la campagna agricola sui campi lomellini, qualcuno parte per la campagna in Sudamerica.

I monumenti e le opere d’arte

La Chiesa parrocchiale risale alla fine del XVI secolo ed è dedicata a Sant’Alessandro. L’aspetto attuale le viene dato nel 1756. L’altare maggiore ` consacrato nel 1768. Sulla facciata vi è un affresco del pittore medese Nando Bialetti, raffigurante il martirio di Sant’Alessandro.

Il Castello
Il Castello - da Internet

Il Castello si trova al centro del borgo, e consiste in un fabbricato monoblocco di evidente origine signorile, interamente ristrutturato o ricostruito nella prima metà del secolo XVIII. Il castello mostra finestre con semplici ma eleganti cornici settecentesche racchiudenti teste muliebri. Sul lato posto a nord si vede un affresco raffigurante un santo in piviale e mitria. Sul tetto si nota un curioso comignolo a doppio fungo. La cinta ad ovest ha due portali d’ingresso, uno dei quali reca la data 1741. La facciata meridionale, in cui si apre l’ingresso, mostra agli angoli due corpi di fabbrica sopraelevati, rappresentazione scenografica delle antiche torri angolari. Le pareti verso il cortile sembrano conservare un tessuto murario più antico ove l’intonaco settecentesco lascia intravedere l’ordito dei mattoni; alla sommità dei muri perimetrali sono osservabili tracce di merlatura tamponata. Le basi dell’edificio sono a scarpa, anche se un innalzamento del terreno circostante effettuato molti decenni fa nasconde alla vista questa particolarità, insieme con ogni eventuale traccia del preesistente fossato. Anziani del luogo affermano che dal castello si diparte un cunicolo che venne parzialmente esplorato molti decenni orsono, senza esito. Esso si dirigerebbe verso l’attuale cascina “Marza”.

Nei dintorni

Il cascinale detto “Marza” era in antico un piccolo comune, dotato di parrocchia, intitolata a S. Giovanni, che dipendeva dalla plebania di S. Alessandro Carosio. Se ne ebbero notizie fino alla fine del Seicento. Anticamente il Vescovo di Vigevano aveva il titolo - come visto - di “Conte di Zeme”; i presuli Mons. Sormani e Mons. Scarampi eressero due cascinali, tuttora esistenti, che presero da loro i rispettivi nomi: si tratta delle Cascine “Sormana” e “Scarampina”.

Il territorio e l’ambiente

Dal punto di vista ambientale è meritevole di segnalazione la garzaia di Sant’Alessandro.

La cascina di Sant’Alessandro
La cascina di Sant’Alessandro - 20/02/2024

Gli eventi e le manifestazioni

A fine agosto si tiene la Sagra di Sant’Alessandro.