Il nome di Travacò Siccomario si estese a tutto il comune, nella sua attuale configurazione, dal 1 novembre 1872.
In precedenza, il nome Travacò serviva a denominare soltanto il gruppo di case attorno alla chiesa, anticamente chiamata “Sancta Maria de Travachato”:
si pensa, infatti, che tale denominazione esistesse ancor prima del 1300, ma nulla di certo si conosce circa l’origine della parola “Travacò”.
L’ipotesi più fondata appare quella imperniata sull’esistenza di qualche edificio antico per scaricare o sbarrare le acque.
Quanto al nome “Siccomario”, valgono le stesse considerazioni fatte per San Martino Siccomario.
La chiesa di Santa Maria di Travacò, oggi parrocchia della Natività di Maria , si presenta agli occhi del visitatore come una perla dell’arte romanica: si pensa, tuttavia, che una chiesa primitiva dovesse già sorgere tra il 900 e il 1000, mentre quella attuale viene costruita probabilmente attorno al 1225. Come in tutte le chiese di Pavia e della bassa Lombardia, costruite tra il 1200 ed il 1300, anche in Santa Maria in Travacò viene usato il laterizio. Detto “mattone graffito” o “mattone di parata”, esso è stato impiegato per la parte esterna dell’edificio. La chiesa, a differenza di altre di forma romanica, manca della cripta sotto l’altare maggiore: questa particolarità si deve al fatto che la chiesa è spesso colpita dalle inondazioni. L’interno si presenta ad una sola navata, divisa in due campate quadripartite, distinte tra loro da semicolonne appoggiate a fasci di pilastri. Caratteristiche sono le due finestre del lato destro, monofore e ad arco tutto centro, con doppia strombatura interna ed esterna. All’interno della chiesa, sulla sinistra, si trova il Battistero, costruito nel 1942 (!) in stile romanico. Degno di nota, all’interno, un affresco raffigurante la Madonna col Bambino che viene attribuita alla scuola di Vincenzo Foppa (XV sec.).
Da segnalare nei dintorni di Travacò anche la Chiesa parrocchiale della frazione di Mezzano, dedicata a San Martino vescovo di Tours ed eretta nel 1492. È a tre navate e conserva reliquie dei santi Claudio e Massimo.
Ed inoltre:
Da segnalare, in settembre, la Sagra Patronale.