Secondo alcuni storici, il nome sarebbe di origine latina, derivando da un “fundus Albonianus” citato in antiche carte vaticane; secondo i più, invece, deriva dal torrente Arbogna, che attraversa l’abitato: da «Albonea», dal celtico «alb» o «calb», che significhe rebbe bianco, e «on», acqua.
Incerte sono le origini di questo piccolo comune, probabilmente romane, come testimonierebbero alcune tombe ritrovate alla fine del XIX secolo ed anche la sua vicinanza ad antiche strade romane.
Il territorio comunale fu sottomesso a Pavia con diplomi di Federico Barbarossa (8 agosto 1164) e di Arrigo IV (17 dicembre 1191). Nel medioevo fu luogo fortificato. La rocca risulta tenuta dal Conte Guidetto Langosco nel 1314. Essa era attorniata da un fossato, il quale veniva alimentato da una sorgiva proveniente da Borgolavezzaro. Tale castello, ubicato nell’area attualmente occupata dal Municipio, fu distrutto da Facino Cane, Conte di Biandrate, nel 1407, in lotta con Luchino Visconti. Non si sa a quale epoca esatta risalga l’atto della sua fondazione. Forse i resti di questo castello sono riscontrabili in una casa nei pressi dell’attuale municipio, che conserva tuttora la base scarpata ed è di apparente origine trecentesca con rifacimenti settecenteschi e di età moderna. Adibito ad abitazione privata, nulla conserva delle eventuali sue origini castrensi.
Albonese è a lungo frazione di Mortara, fino all’epoca spagnola, durante la quale acquista la propria autonomia. Nel 1620 Albonese è tra i 24 comuni lomellini che decidono di unificare le loro consuetudini municipali dando vita ai cosiddetti “Statuti Lomellini”. Da questo momento in poi la storia del paese si confonde con quella comune della Lomellina.
Dal punto di vista religioso il paese dipese dalla Pieve di S. Albino di Mortara, come si desume da un documento del 1347, secondo il quale il sacerdote di “Albonexio” doveva rifondere metà delle sue decime a quel pievano. Successivamente la cappellania passò sotto la giurisdizione della chiesa di S. Pietro, in Cilavegna, e, più tardi (sec. XVI), dell’abbazia di S. Croce, in Mortara. L’attuale chiesa fu eretta in parrocchia con il titolo di Rettoria di S. Maria e S. Paolo nel 1611, con atto del notaio De Parenti. Non si esclude che abbia avuto per matrice la romanica chiesetta di S Paolo , risalente nell’attuale struttura al secolo XIV, con rimaneggiamenti del secolo XVI.
Nella piazzetta antistante la chiesa si trova un busto dedicato a Pietro Grocco, insigne medico e senatore del regno d’Italia; altro personaggio degno di nota è Ambrogio Teseo Albonese.
Gli abitanti di Albonese furono sempre conosciuti e soprannominati nei dintorni con il poetico nomignolo di «Pescatori della luna», tramutatosi successivamente in quello più corrente e ridanciano di «Butalìn», che da solo definisce il tipo della gente e la sua proverbiale bonomia.
Come visto nei cenni storici, pare che la primitiva cura delle anime pare fosse curata dalla chiesetta di San Paolo , fuori dall’abitato. L’antica cappella, più volte rimaneggiata, si visita ancora tra i campi, vicino alla strada per Cilavegna, non lontano dal torrente Arbogna che secondo alcuni avrebbe dato il nome al centro abitato. Nel 1612 la chiesa di Santa Maria, che sorgeva in paese, fu elevata a sede parrocchiale, unendo il titolo di quella di San Paolo. A quel tempo risale la costruzione dell’attuale edificio.
La Chiesa parrocchiale , dedicata appunto a Santa Maria e San Paolo, viene eretta - come visto sopra - nel 1612, ad una navata con ampie cappelle laterali; accanto sorge la torre campanaria terminante con una sobria cella di intonazione classica. L’interno della chiesa, di eleganti forme barocche, custodisce altari marmorei policromi e tele pregevoli dei secc. XVII e XVIII; dietro l’altare maggiore è un bel coro ligneo scolpito barocco. Interessante è anche la statua lignea della Madonna del Rosario (seconda metà sec. XVII); degne di nota anche una Pietà di scuola fiamminga ed alcune statuette sacre in legno, di fattura cinquecentesca. La facciata della chiesa è moderna, monumentale nelle forme del suo tempo, e fu costruita nel 1940 per impulso del dinamico parroco don Felice Masperi, che fu il primo con il titolo di prevosto, concesso nel 1939. Don Masperi (trasferito nel 1948 in San Pietro martire di Vigevano) ogni settimana dopo Messa caricava la motoretta di uova donate dai suoi generosi fedeli e correva al mercato di Novara riuscendo a piazzarle tutte: anche così si pagarono gli abbellimenti della chiesa che ne fanno una tra le più signorili della Lomellina.Notevoli l’Asilo infantile «Grocco», di gusto prettamente toscano (autore l’arch. Bardini, di Pistoia), dove si possono ammirare sculture del Romanelli e del Soldini di Firenze, ed il palazzetto del Comune, ove sono ubicate le locali scuole elementari.
Ai margini del paese sorge “Villa Enrica”, immobile donato per scopi caritativi. Alcuni anni fa l’“Opera Charitas” ha costruito accanto una moderna casa di riposo per anziani.
Ad Albonese, la seconda domenica di settembre, si celebra Sagra del Mais.