Secondo alcuni storici, il nome sarebbe di origine latina, derivando da un “fundus Albonianus” citato in antiche carte vaticane; secondo i più, invece, deriva dal torrente Arbogna, che attraversa l’abitato: da «Albonea», dal celtico «alb» o «calb», che significhe rebbe bianco, e «on», acqua.
05/09/2022
Il territorio comunale fu sottomesso a Pavia con diplomi di Federico Barbarossa (8 agosto 1164) e di Arrigo IV (17 dicembre 1191).
Nel medioevo fu luogo fortificato. La rocca risulta tenuta dal Conte Guidetto Langosco nel 1314. Essa era attorniata da un fossato,
il quale veniva alimentato da una sorgiva proveniente da Borgolavezzaro. Tale castello, ubicato nell’area attualmente occupata
dal Municipio, fu distrutto da Facino Cane, Conte di Biandrate, nel 1407, in lotta con Luchino Visconti.
Non si sa a quale epoca esatta risalga l’atto della sua fondazione. Forse i resti di questo castello sono riscontrabili in
una casa nei pressi dell’attuale municipio, che conserva tuttora la
base scarpata ed è di apparente origine trecentesca con rifacimenti settecenteschi e di età moderna. Adibito ad
abitazione privata, nulla conserva delle eventuali sue origini castrensi.
“Aurora della Lomellina“
Dal punto di vista religioso il paese dipese dalla Pieve di S. Albino di Mortara, come si desume da un documento del 1347, secondo il quale il sacerdote di
“Albonexio” doveva rifondere metà delle sue decime a quel pievano. Successivamente la cappellania passò sotto la giurisdizione
della chiesa di S. Pietro, in Cilavegna, e, più tardi (sec. XVI), dell’abbazia di S. Croce, in Mortara. L’attuale chiesa fu eretta in
parrocchia con il titolo di Rettoria di S. Maria e S. Paolo nel 1611, con atto del notaio De Parenti. Non si esclude che abbia avuto per matrice la romanica
chiesetta di S Paolo , risalente nell’attuale struttura al secolo XIV, con rimaneggiamenti
del secolo XVI.
Nella piazzetta antistante la chiesa si trova un busto dedicato a Pietro Grocco, insigne medico e senatore del regno d’Italia; altro personaggio degno di nota è Ambrogio Teseo Albonese.
05/09/2022
Gli abitanti di Albonese furono sempre conosciuti e soprannominati nei dintorni con il poetico nomignolo di «Pescatori della luna», tramutatosi successivamente in quello più corrente e ridanciano di «Butalìn», che da solo definisce il tipo della gente e la sua proverbiale bonomia.
Come visto nei cenni storici, pare che la primitiva cura delle anime pare fosse curata dalla chiesetta di San Paolo ,
fuori dall’abitato. L’antica cappella, più volte rimaneggiata, si visita ancora tra i campi, vicino alla strada per Cilavegna, non lontano
dal torrente Arbogna che secondo alcuni avrebbe dato il nome al centro abitato. Nel 1612 la chiesa di Santa Maria, che sorgeva in paese, fu elevata a sede parrocchiale,
unendo il titolo di quella di San Paolo. A quel tempo risale la costruzione dell’attuale edificio.
Notevoli l’Asilo infantile «Grocco», di gusto prettamente toscano (autore l’arch. Bardini, di Pistoia), dove si possono ammirare sculture del Romanelli e del Soldini di Firenze, ed il palazzetto del Comune, ove sono ubicate le locali scuole elementari.
Ai margini del paese sorge “Villa Enrica”, immobile donato per scopi caritativi. Alcuni anni fa l’“Opera Charitas” ha costruito accanto una moderna casa di riposo per anziani.
Ad Albonese, la seconda domenica di settembre, si celebra Sagra del Mais.