La lanca denominata “Agogna Morta” è un meandro del torrente Agogna, abbandonato in seguito ad opere ri raddrizzamento dell’alveo realizzate intorno alla metà degli anni ’50, che si trova tra Basso Novarese e Lomellina, nei comuni di Borgolavezzaro (provincia di Novara) e Nicorvo.
Le specie di flora e fauna presenti, pur essendo abbastanza comuni, sono, tuttavia, peculiari delle zone umide e costituiscono sicuramente un aspetto di questa pianura dalle caratteristiche delicate ed ormai rare.
All’interno della lanca l’Associazione Culturale Burchviv di Borgolavezzaro, in collaborazione con la Federazione Nazionale Pro Natura , ha iniziato, a partire dal 1991, un progetto per la ricostruzione e conservazione ambientale volto a:
La vegetazione arborea ripariale è costituita quasi esclusivamente da Robinia; rimangono, però, gruppi di Salici bianchi, alcuni Olmi, Ontani, Farnie; essenze superstiti di quelle che dovevano costituire, insieme ad autoctoni Pioppi, Carpini ed Aceri, l’associazione di alberi dominante. Tra gli arbusti si trovano il Sambuco, il Sanguinello, il Salicone, la Rosa Canina, il Rovi ed il Luppolo, liana erbacea perenne ma a fusti anuali.
Man mano che ci si avvicina all’acqua si incontrano grosse Carici, la Stiancia, l’Iris palustre e poi la Tifa e la Cannuccia di palude; dello specchio d’acqua vero e proprio signore è il Nannufaro, la ninfea gialla.
Nel progetto di ricostruzione del bosco, il terreno all’interno della lanca è stato suddiviso in quaranta parcelle:
L’aspetto faunistico più rilevante e peculiare è rappresentato dal Tarabusino, volatile timido ed abituato a vivere ben nascosto. Caratteristica di questo uccello è quello di puntare, per la propria difesa, più sul mimetismo che sulla fuga. In caso di pericolo, infatti, assume la tipica forma verticale ed allungata, rendendosi quasi invisibile tra le canne.
Altrettanto poco visibile, ma del quale si rileva la presenza, dal canto gutturale e gracidante, è il Cannareccione, uccello per cui, al pari del Tarabusino, la lanca è sinonimo di sopravvivenza. Questo passeriforme è, col proprio forte canto che si leva dal canneto, una realtà pressoché esclusiva di tale tipo di ambiente.
Altro ospite, assai più: comune, che nell’Agogna Morta trova il proprio ambiente ideale, è la Gallinella d’acqua. E’ facile vedere l’adulto, quando è tempo di nidi, che accompagna i propri numerosi pulcini camminando con agilità sulle erbe acquatiche alla ricerca di molluschi, insetti, germogli, semi.
Un notevole numero di altri animali, soprattutto uccelli, fanno ruotare intorno a questa lanca la propria esistenza: anche il germano reale vi alleva i piccoli, vi nidificano il Merlo, l’Usignolo, la Capinera, il Codibugnolo e lo Scricciolo; e nelle cavità dei vecchi salici, la Cinciallegra; la Nitticora, l’Airone cinerino, l’Airone rosso, la Garzetta vengono qui a nutrirsi. Il Cuculo trova i nidi da parassitare ed in cui deporre il proprio uovo. Non mancano uccelli divenuti ormai rari come l’Upupa, il Picchio verde, il Gufo comune, il Rigognolo.
Sotto il pelo dell’acqua vi è il regno di quei pesci che ben si adattano alle acque stagnanti e calde: Carpe, Tinche, Scardole, Carassi, Persici sole, Alborelle ed il vorace Pesce gatto. All’apice della piramide alimentare vi è il Persico trota, predatore di origine nordamericana introdotto in tempi recenti.
Tutto quanto riportato in questa pagina è stato estratto dalla esauriente pubblicazione
“Guida al laboratorio di ecologia all’aperto Agogna Morta”, edito dall’Associazione
Culturale Burchvif di Borgolavezzaro e dalla Federazione Nazionale Pro Natura.
Per maggiori informazioni ci si può quindi rivolgere qui: