Il nome di Ottobiano, secondo il “Dizionario di toponomastica lombarda”, deriverebbe dal nome “Octavianus“, ma nessun documento avvalora questa etimologia. Il primo documento che attesta l’esistenza del borgo risale all’anno 876 ed in esso il paese è chiamato “Octabiano”. Il nome subisce diverse modifiche nel corso dei secoli (Oghebiani, Octobiani, Octobiano in Lumellina, Vitubiano Lumellini, Vitubiani), sino a diventare Ottobiano di Lomellina nel 1619.
Le origini del paese risalgono molto probabilmente ai Liguri-Levi, antichi abitanti della Lomellina. È uno dei tanti paesi di origine medioevale della zona, formatisi intorno a possedimenti agricoli. Fu possesso fino al 1481 di una famiglia Rossi, quindi dei Biraghi, diventati feudatari per investitura di Galeazzo Maria Sforza.
Ottobiano conserva alcune opere d’arte pregevoli. Nella Confraternita di San Rocco è conservata una tela della scuola di Gaudenzio Ferrari, rappresentante San Michele e San Rocco a lato della Vergine. Rimarchevole l’organo, opera dei fratelli Amati.
Al centro del paese sorge la Chiesa parrocchiale , dedicata a San Michele, in stile barocco con pianta a croce latina. Eretta nel 1747, ha un’unica navata fiancheggiata da quattro altari più uno centrale. Menzione particolare merita la cupola, splendidamente affrescata. All’interno sono conservate diverse tele, la più pregevole delle quali risale al cinquecento e rappresenta la Vergine del Rosario; vi sono inoltre tre statue lignee della Madonna ed un pregevole organo, opera dei fratelli Lingiardi di Pavia. Il campanile, alto 55 metri, eretto nel 1743, è uno dei più alti della Lomellina.
Altre chiese esistenti sono Santa Libera, quella dell’Assunta e di San Carlo.
Ottobiano sorge sulla sponda sinistra del torrente Erbognone; notevole importanza storica hanno i resti di un ponte romano, visibili però solo durante i periodi di magra del torrente.
Chi, per qualunque ragione, si recasse a Ottobiano. non può esimersi dall’assaggiare il tipico biscotto del luogo, noto con il nome di “Michelino”.
Si tratta di un biscotto dolce, dagli ingredienti tradizionali, tutti sapientemente miscelati tra loro: farina di frumento, fecola di patate, zucchero, uova, burro e lievito vanigliato trovano davvero un’armonia ottimale in questo biscotto e i golosi, orgogliosi di essere tali, non potranno non essere rapiti dal suo gusto semplice ma rotondo, al punto da divorarne uno dietro l’altro!
Da segnalare la Fiera d’Agosto e, la seconda domenica di ottobre, la Sagra Patronale.