Una frazione di Mezzana Bigli è Balossa Bigli, che si trova presso l’argine del fiume Po, non lontano dalla confluenza con l’Agogna, vicino al grandioso ponte di ferro detto di Gerola, eretto nel 1916. Il toponimo “balossa” ha un etimo assai incerto, forse riferibile al fatto che queste terre furono per secoli contese tra una sponda e l’altra del grande fiume che dopo le rovinose piene periodiche cambiava corso spesso e volentieri, in modo variabile e incerto (da cui l’aggettivo di uso dialettale dato a persona poco stabile).
Il nome di Mezzana è abbastanza comune in molte regioni d’Italia: deriva dal latino “Mediana”, termine che si usava dare ai terreni che, per la loro naturale posizione o per il mutamento del letto dei fiumi, si trovavano in mezzo alle acque. Spesso questo nome si accompagna a determinazioni corrispondenti a cognomi o radici di cognomi di antichi feudatari. In questo caso dovrebbe senz’altro trattarsi della medioevale Mediana Laumellorum, che aggiunse, nel secolo XVI, la determinazione di Bigli o Biglia, dalla famiglia milanee che ebbe il territorio in feudo dal 1525 al 1797.
Mezzana Bigli sorge sul fiume Po, in un’area interessata nei secoli da alluvioni e cambiamenti di corso da parte del grande fiume, che nei pressi dell’abitato riceve le acque dell’Agogna e, sulla riva destra del Po, dello Scrivia. Il paese si trovò lungamente in un’isola tra i due rami del Po, che solo nei primi decenni del XIX sec,, dopo tragiche rotte, scorse in un letto che lasciò Mezzana sulla riva sinistra del fiume.
La prima notizia certa del paese risale al 1254 e risale all’elenco dei Comuni tassabili della Lomellina, secondo un estimo pavese. In tale documento figurano Glarea (Gerola) e Mezzana. Il luogo dipese da Gerola, di cui fu frazione, fino alla fine del XVIII secolo.
Gerola era già un importante comune all’epoca dei Visconti, cui fu sottomesso con atto del 26 ottobre 1414, rogato a Pavia e firmato da alcuni procuratori in rappresentanza dell’intera comunità. In precedenza era stato feudo della famiglia Sannazzaro e del Ponzoni. Nel 1525 i territori di Gerola, Mezzana, Campalestro e Guazzora - comprendenti notevoli possedimenti agricoli, tra cui le cascine Balossa, Mezzo del Girone, Grava, Casoni, Erbatici, Dossena, Colonna e Messora - furono smembrati ed in parte concessi in feudo a Giovanni ed Antonio Biglia, dell’antica e nobile famiglia patrizia di Milano, mentre il resto rimase ai marchesi Torelli, titolari del feudo di Casei. In questro periodo al nome Mediana, divenuto poi Mezzana, si è aggiunto Bigli, dalla famiglia che ne diventa feudataria.
Nel 1623 i Biglia ottennero il titolo di marchesi del sacro romano Impero e nel 1759 per matrimonio si fusero con i marchesi Crivelli.
Per effetto del Trattato di Worms (13 settembre 1713) il comune, insieme con l’Oltrepò, fu ceduto dall’Austria alla Casa di Savoia. Il suo agro - compreso l’abitato di Gallia - fu conteso da Sannazzaro, Pieve del Cairo e Ferrera. Durante la seconda guerra del Risorgimento subì notevoli danni dal passaggio di truppe austriache al comando del generale Giulay. Nei primi decenni del sec. XIX il Comune fu posto sotto la giurisdizione religiosa della diocesi di Tortona.
La Chiesa parrocchiale, dedicata a San Giovanni Battista, è stata integralmente ricostruita in belle forme classiche nel 1807, conservando alcuni arredi del primitivo edificio sul cui sedime sorge; la facciata venne restaurata e decorata nel 1937. Il campanile richiama nel cupolino il gusto tardo barocco, mentre la facciata risente dell’influsso neo classico del suo tempo. L’interno, a tre navate, è ampio ed elegante, ricco di marmi, ed è stato affrescato agli inizi del secolo scorso dal noto pittore Remigio Gambini. Il presbiterio è stato oggetto di un rifacimento moderno nel 1970, in occasione del restauro generale. Al fondo della navata destra si trova l’altare della Madonna, settecentesco, in pregevoli marmi policromi intarsiati con statua lignea coeva. Accanto al presbiterio sono due tele di qualche pregio degli inizi del XVIII sec., provenienti dall’antica chiesa, come il mobilio della sagrestia, in stile barocco.
All’estremità del paese si trova la chiesa di San Rocco, ricordo della diffusa e sentita devozione a questo Santo da parte dei fedeli di questo lembo della Lomellina che ne ricordano il passaggio. Fu riedificata nelle forme attuali alla fine dell’ottocento, con il portico antistante e il campaniletto.
Il Comune comprende le frazioni di:
Nel secondo dopoguerra, per molti anni, fu parroco della parrocchia di Casoni Borroni don Bino Dossena, appassionato di caccia e un apprezzato cinofilo, come ricorda la bella tela della “Madonna del beccaccino” di Annibale Ceruti, collocata nel 1950 nella navata della stessa chiesa parrocchiale.
Cascine: Bellaria, Colonna, Crova, Erbatici e Isola Barbieri.
È da segnalare la Fiera d’Ottobre.