Garlasco

Il Santuario della Madonna della Bozzola

La parrocchia di San Silvestro

La più recente parrocchia della diocesi, per data di istituzione, è quella che ha sede presso il Santuario della Madonna della Bozzola, che sorge a poca distanza dal paese di Garlasco. Con decreto dell’11 febbraio 1977, il vescovo di allora, mons. Mario Rossi, erige il Santuario in Parrocchia stralciando il territorio della frazione da quello di Santa Maria Assunta in Garlasco e trasferendo il titolo e il beneficio da San Silvestro di Vignarello, il cui territorio viene aggregato a San Martino di Villanova di Cassolnovo. Vignarello è una piccola frazione del comune di Tornaco (avendo persa l’autonomia civile nel 1839), in provincia e diocesi di Novara, appartenente però fin dal 1817 alla diocesi di Vigevano.

La storia del Santuario della Madonna della Bozzola è strettamente legata alla terra lomellina, della cui fede è espressione autentica e profonda. Il Santuario, imponente per la sua mole, sorge a circa un chilometro a nord di Garlasco.

Il luogo era in antico ricoperto da piante selvatiche di biancospino (“buslön” in dialetto lomellino) e proprio da questa espressione dialettale italianizzata trae la sua attuale denominazione di Bozzola.

L’ORIGINE DEL SANTUARIO

Il Santuario della Madonna della Bozzola
Il Santuario della Madonna della Bozzola
01/09/2022
La tradizione ci tramanda che, la prima domenica di settembre del 1465, una fanciulla sordomuta di tredici anni, di nome Maria Sorder, si reca, come al solito, a pascolare il piccolo gregge di famiglia in quella zona, ove esisteva una rustica cappelletta con l’immagine di Maria SS., seduta su una cattedra, tenendo il Bambino Gesù col braccio sinistro ed un libro con la mano destra. Il dipinto era stato affrescato, alcuni anni prima, dal giovane Agostino da Pavia, come ex-voto per essere stato salvato dalla Madonna mentre stava annegando nel guadare il fiume Ticino.

La giovinetta è da poco giunta nel luogo abituale del pascolo quando, all’improvviso, il tempo si rabbuia, annunciando una bufera: lampi molto fitti rompono l’oscurità da poco calata, e scoppiano tuoni con strepito improvviso e boati terrificanti. In quel frangente, davanti all’immagine sacra, le appare la Madonna, sorridente; la Vergine le parla, le sfiora le labbra con le dita e la pastorella riacquista la parola. Affabilmente la incoraggia e le affida un messaggio: “Va’ a dire ai garlaschesi che edifichino in questo luogo una chiesa a protezione di tutta la Lomellina. Saranno tante le grazie che io farò in questo luogo ed i miei figli esperimenteranno i tesori delle mie misericordie. Come segno che ti sono apparsa hai già udito le mie parole e ora annuncerai a tutti il mio messaggio”.

Questo fatto prodigioso provoca grande entusiasmo: sono in molti ad andare alla cappelletta per ringraziare la Madonna, e tutti promettono di adoperarsi affinché la sua volontà sia esaudita, con la costruzione di una chiesa in suo onore.

LA COSTRUZIONE DEL SANTUARIO

Il quadro della Madonna della Bozzola
Il quadro
della Madonna della Bozzola

20/10/2022
Sul luogo stesso dell’apparizione s’incomincia a costruire una Chiesa, adattando ad altare maggiore l’antica cappelletta con l’immagine intatta della Madonna. Presso la Chiesa si edificano la casa per il sacerdote e per il sacrestano. Viene eletta l’amministrazione della fabbrica e la Chiesa è aperta al culto.

Presto, divulgatasi la fama del miracolo e delle tante grazie che si ricevono, accorrono numerosi, continuamente, i Vigevanesi, i Lomellini e tanta altra gente delle Diocesi limitrofe.

All’inizio del Seicento il piccolo Santuario è così frequentato che si decide di ampliarlo: il nuovo edificio viene costruito attorno alla Madonnina originaria, che rimane sull’altare maggiore, e terminato nel 1623, ma gli abbellimenti continuano nei secoli successivi. I lavori procedono a rilento, secondo un disegno unitario e grandioso a pianta centrale con cupola. Nel 1662 viene eretto il campanile, il capocroce nel 1720 con il tiburio, più tardi il transetto destro e solo agli inizi dell’ottocento quello sinistro. Nel 1765 è costruito l’altare maggiore marmoreo e poco dopo la navata principale, accanto alla quale vengono aperte due cappelle chiuse da cancellate: a sinistra la cappella detta del sepolcro, in mezzo alla quale è collocato il simulacro del Cristo morto, e attorno le espressive statue dei pietosi, che assieme all’Addolorata piangono sulla passione e morte di Gesù: sono i famosi “caragnön d’la Boslä”; a destra viene eretta la cappella della Natività, ove è collocato il Bambino Gesù, ai fianchi Maria e San Giuseppe, attorno i Pastori, tutte bellissime e artistiche statue, del 1885. Sulla parete si ammira il prezioso affresco rappresentante l’annunciazione di Maria Vergine.

La facciata, avanzata nel 1860 fu disegnata da don Ercole Marietti e modificata nel 1905 dall’ing. Cesare Nava; &egrae; decorata da bellissime statue, rappresentanti la Madonna della Bozzola, S. Gioacchino, S. Anna, i SS. Apostoli Pietro e Paolo e due Angeli. Vi si leggono molti testi biblici allusivi alle glorie di Maria, e, in alto, il saluto dell’Arcangelo: “Ave, gratia plena”. Alla facciata manca ancora una base decorosa; appena i mezzi lo permettono, viene costuita quella splendida scalinata di granito di Baveno che tutti possono ammirare. Ai lati, su giganteschi basamenti sono collocate due statue rappresentanti la Fede e la Speranza. Nel 1877 si iniziano i lavori di costruzione del porticato che avrebbe dovuto circondare il piazzale, rimasto incompiuto.

Si prosegue intanto la decorazione interna, con quattro splendide balaustre di marmo bianco agli altari laterali perfettamente intonate a quella dell’altare maggiore. Nel 1914 viene realizzata la pavimentazione marmorea della parte inferiore della Chiesa e, nel 1923, sì esegue il progetto decorativo della volta del Presbitero, dell’abside e dell’ancona. Gli affreschi e la decorazione ricca di tinte, stucchi ed oro, donano al Santuario festosità di colori e leggiadria di linee. Due anni dopo si costruisce la cantoria, in cemento armato e rovere di Slavonia. Nel 1927 viene completata la decorazione interna e nel 1928-1936 vengono posizionati i pulpiti, a seguito di donazioni.

Nel 1939 viene installato un organo elettrico, capolavoro della centenaria famiglia artigiana Vincenzo Mascioni di Cuvio (Varese). Viene solennemente benedetto da S. E. Mons. Bargiggia la domenica 19 Novembre 1939 e collaudato dal prof. Ettore Schinelli di Mortara.

LA PRIMITIVA IMMAGINE DELLA MADONNA

Nel 1851 la primitiva immagine della Madonna era deteriorata dal tempo, e quindi si era provveduto a sovrapporre un quadro; nel gennaio del 1900 l’immagine originale viene restaurata, e poi ancora un’ultima volta nel 1983 nel modo in cui la si può ammirare ancora oggi.

La cura del Santuario è tenuta dal clero secolare fino al 1990, quando il vescovo mons. Giovanni Locatelli la affida alla congregazione della Sacra Famiglia di Martinengo. Grazie al carisma del Rettore padre Gregorio Vitali il Santuario conosce un momento di grande impulso e rinnovamento anche architettonico, talvolta poco coerente con l’impianto e lo spirito originario. Ricordiamo, oltre al restauro integrale dell’edificio, la costruzione della cappella per ospitare i gruppi statuari (prima esposti nei transetti), la penitenzieria, la sagrestia, con saloni per pellegrini e una galleria per gli ex voto, molti dei quali di interesse storico oltre che religioso.

IMPORTANZA DEL SANTUARIO

Il Santuario viene elevato a basilica minore nel 1927 e l’immagine miracolosa è incoronata dal vescovo mons. Angelo Scapardini nel 1931, in occasioene del XV centenario del Concilio di Efeso, in cui fu definita la Divina Maternità di Maria. Lo stesso vescovo di Vigevano, mons. Scapardini, chiedeva ed otteneva che la festa del Cuore Immacolato di Maria si potesse celebrare come titolare e che la solennità esterna della medesima si celebrasse la prima Domenica di Settembre.

L’Amministrazione del Santuario, che in forza del Concordato passò nelle mani di S. Ecc. Mons. Vescovo, dopo la morte del primo Rettore D. Francesco Cei, chiamava a reggere il Santuario i RR. Padri Oblati dell’Immacolata di Vigevano che prendevano possesso del loro ufficio il 27 novembre 1948.

PER IL DECORO DEL SANTUARIO E LA CURA DEI BIMBI DELLA BOZZOLA

La maggiore importanza del Santuario e la sua crescente vitalità religiosa richiedevano più accurate prestazioni per il decoro degli altari e dei sacri arredi. Si provvide opportunamente allo scopo, con la chiamata in luogo (2 Settembre 1934) delle Ven.de Suore Missionarie dell’Immacolata R.P. di Mortara, che attesero anche alla cura dei bimbi dell’Asilo, della gioventù femminile, dell’Oratorio e dei pellegrini. Il 7 Giugno 1946, per generosa donazione del defunto Rettore Don Francesco Cei, che legava al Santuario lo stabile denominato “CASA DELLA MADONNA”, veniva definitivamente assicurata l’abitazione per le Suore e la sede dell’Asilo e dell’Oratorio femminile.

Per alcuni decenni al Santuario provvidamente si assicurava l’auspicata e preziosa collaborazione delle Rev. Suore per il sempre maggiore suo decoro.

LA DEVOZIONE A MARIA

All’incremento ed abbellimento del Santuario contribuì soprattutto la vera e grande devozione a Maria SS.

Durante la bella stagione gruppi di devoti vengono quotidianamente e numerosi Sacerdoti vi accompagnano comitive di pellegrini. Celebri i pellegrinaggi guidati da Mons. De Gaudenzi nel 1875 e nel 1888, quello del 1893 con a capo Mons. Merini e grandiosissirno quello condotto da Mons. Berruti il 25 luglio 1909. Il concorso di più di 20 mila persone obbligò a celebrare Messe all’aperto.

Non inferiori d’importanza sono i pellegrinaggi più recenti condotti da Mons. Scapardini e da Mons. Bargiggia nonché quello del 13 Giugno 1948, condotto da Mons. Picconi, che vide ai piedi della Madonna la rappresentanza di tutta l’A.C. Diocesana cui parlò col Vescovo il Presidente Dioc. dell’A.C., Dott. G. Ferrari, commentando ai giovani di A. C. i misteri del Rosario. Da qui, tra il 1949 e il 1950, parte la pellegrinazione per la Lomellina della statua della Madonna Pellegrina

L’opera compiuta per la generosità dei nostri padri è motivo di sorprendente ammirazione per noi.

La maestà dell’edificio e la ricchezza dei suoi ornati stanno a documentare il vero prodigio che, per amore alla Madonna, seppe compiere il popolo credente della Lomellina.

Innumerevoli sono le grazie ottenute per intercessione della Madonna della Bozzola in questi 600 anni di vita del Suo Santuario. Impossibile calcolare le migliaia di ex-voti d’ogni sorta, che si sono succeduti sull’ancona, sulle pareti dell’abside e su quelle laterali all’altar maggiore, e che hanno dovuto cedere il posto alle altre migliaia che sono continuamente arrivate.