Alcuni storici ritengono che questo borgo, di antiche origini, abbia ereditato il nome dai suoi primi abitanti, gli Alani,
popolazione di stirpe barbarica proveniente dall’Oriente, che si insedia in Lomellina intorno al 500 d.C.
Altri ritengono che il nome derivi dalla “regio alliana”, il nome di questa zona di cui parlava Plinio elogiandone la produzione di lino, che i nostri avi
coltivavano, tessevano in casa e sbiancavano.
Annessa nella seconda metà del XIV secolo al Ducato di Milano, Alagna diventa, all’inizio del 1400, feudo dei Visdomini e quindi dei Malaspina di Pavia, marchesi di Fortunago, che, investiti del feudo dal duca Francesco Sforza nel 1466, mantengono il loro pieno ed incontrastato dominio del territorio fino all’epoca della rivoluzione francese, quando succedono loro i nobili Caimi, di origine milanese.
Ad Alagna nacque Ciro Pollini, medico-naturalista e docente di valore.
Al centro del vecchio nucleo del paese sorgono ancora oggi i resti di un antico Castello-fortezza , costruito nel 1534, ed appartenuto, fra gli altri, ai marchesi D’Adda, come attesta uno stemma in pietra ancora oggi visibile e conservato all’interno. Il castello, di ridotte dimensioni, non presenta aspetti architettonici di particolare interesse; tuttavia alcune tracce riscontrate nelle vicinanze fanno pensare che lo stesso fosse un tempo circondato da alte mura e da un fossato di cinta, e che facesse probabilmente parte di un ben più vasto complesso fortificato. Le stesse finestrelle che si aprono sulle murate del castello inducono infatti a ritenere che la struttura oggi visibile fosse solo il corpo di guardia, o la parte del maniero destinata alle prigioni. Di proprietà privata, è in buone condizioni strutturali e di conservazione.
Vescovo di Auxierre, andò a Ravenna dall’imperatore
Valentiniano III per chiedere clemenza per alcuni poveracci accusati di ribellione. Nel viaggio di andata, secondo il lomellese
Opicino de Canistris, consacrò la primitiva basilica di San Martino in Siccomario, eretta ove aveva vissuto il già
veneratissimo Martino di Tours. A Ravenna morì improvvisamente nel 448.
Si racconta che nel viaggio di ritorno verso la sua diocesi il corteo si fermò ad Alagna, che era un villaggetto sulla
strada romana tra le mansiones di Dorno e di Lomello. Qui il Santo elargì qualche prodigio e da allora è invocato
come patrono del paese.
Una reliquia assai preziosa di questa devozione è una piccola statuetta marmorea, di fattura antichissima,
raffigurante il Santo francese, che fu notata dal vescovo mons. Barbero e portata nel palazzo vescovile.
A poca distanza dal castello sorge la Chiesa parrocchiale , consacrata a San Germano, patrono del paese. La sua costruzione, ultimata nel 1809, rappresenta il risultato del totale rifacimento dell’antica piccola chiesa parrocchiale, probabilmente di stile romanico, della cui facciata è rimasto un antico cimelio, costituito da una statua in masso riproducente S. Germano. Tale statua, sul cui piedistallo è riportata la data (1561), è di valore più storico che artistico, ed è conservata all’interno dell’attuale chiesa, di forma toscana a due navatine. Nel coro si trova una pregevole tela eseguita nel 1848 del garlaschese Sampietro che raffigura San Germano che libera i carcerati di Ravenna.
Centro tradizionalmente agricolo, in virtù di una delle sue coltivazioni un tempo più diffuse, quella della zucca, è ancora oggi conosciuta dai suoi abitanti come “Alagna di suc”.
Molto conosciuta in tutta la zona, con una affluenza di migliaia di persone, è la Festa della Birra, che si svolge nelle serate dei primi tre fine settimana del mese di luglio.
La Sagra del Paese è in programma nel mese di agosto.
La terza domenica di ottobre si celebra invece la Festa della Zucca.