Santi Pietro e Paolo

Cilavegna

La Chiesa parrocchiale
La Parrocchiale di Cilavegna
25/08/2022
Cilavegna è una grossa e vivace borgata dominata dalla grandiosa mole della sua chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Paolo che sorge nel punto più alto presso il castello medievale, di cui resta appena una torre rimaneggiata. Il nome del paese compare una prima volta in un documento del 1164; la chiesa dei Santi Pietro e Paolo nel registro delle Decime della diocesi di Pavia del 1323 con il titolo di "pieve"; nella Visita del 1460 compare la parrocchia come chiesa collegiata con un beneficio interamente goduto dal prevosto.

Non abbiamo notizie certe sull’origine della parrocchia. Il 1 ottobre 1568 il papa San Pio V incorporava i beni della collegiata al convento domenicano di San Pietro martire di Vigevano, da cui dipendeva una chiesa in paese fin dal 1492, intitolata a Santa Maria del Rosario con annesso un conventino. Al priore di San Pietro martire veniva conferita la cura d’anime del paese da esercitare tramite un parroco “mercenario” (cioè stipendiato); ciò diede luogo a molte liti con la Comunità.

La vecchia chiesa parrocchiale fu integralmente ricostruita a partire dal 1729 su disegno dell’architetto Castelli di Alessandria, e completata nelle parti principali nel 1769; nel 1743 si pose mano alla monumentale facciata, che fu rinnovata nell’ottocento, e ancora nel 1987. Nel 1817 fu sopraelevato il campanile con il curioso cupolino barocco e dotandolo di un pregevole concerto di sei campane fuso in quell’anno da Bizzozero. L’interno, di grandiose forme barocche, si presenta con un corpo a pianta ottagonale allungata dalla quale si aprono sei profonde cappelle divise da paraste e coretti; oltre il presbiterio quadrato è il coro semi circolare. La decorazione fu affidata ai vigevanesi Ottone e Garberini. Quest’ultimo nel 1892 realizzò il ciclo di affreschi che fu completato dal Secchi di Milano nel 1942; l’edificio è stato interamente restaurato tra il 2000 e il 2012.

L’altare maggiore in pietre dure e marmi di disegno manierista risale al sec. XVII e fu acquistato dalla chiesa di Santa Maria segreta in Milano, demolita nel 1910; la sistemazione del presbiterio fu disegnata dall’arch. Bonzanini nel 1976. Tra gli altari laterali, parte in marmi policromi, e parte in legno scolpito, spicca l’altare del Crocefisso, con gruppo di statue lignee settecentesche, e quello delle Sante Reliquie, del 1774, contenenti statue e preziosi reliquiari. Il fonte battesimale, nella nuova sistemazione del 1996, è composto da una vasca in pietra antica. Nella casa parrocchiale, modernamente rifatta alcuni decenni fa, è allestito un piccolo ma importante museo con paramenti, suppellettili e arredi liturgici di notevole interesse artistico.

Diverse le chiese succursali. Santa Maria del Rosario fu eretta dopo il 1660 in belle forme barocche con l’annesso conventino dei Domenicani, completamente ristrutturato nel 1981 per ospitare l’oratorio parrocchiale intitolato alla “Divina Provvidenza”, dotato di ambienti e attrezzature funzionali; conserva il porticato su pilastri antico. La bella chiesa, a pianta centrale, presenta tre altari: quello centrale è ornato di pregevoli stucchi e contiene la statua lignea della Madonna del Rosario circondata dai quadretti dei Misteri. Ai lati sono le statue in stucco di San Pio V e di Santa Caterina da Siena. Accanto, entro una nicchia, è posta la statua realizzata nel 2012, rivestita con gli abiti pontificali, di un illustre figlio di Cilavegna: il Beato Alberto Calvi. Nato verso il 1175, studiò diritto a Bologna, fu canonico del Duomo di Novara e nel 1221 eletto vescovo di Savona, venendo consacrato nel 1224 a Milano. A seguito delle lotte tra Genova e Savona rientrò dopo pochi anni a Novara, ove morì nel 1230: è venerato con il titolo di Beato.

Santa Maria del Carmine fu eretta dall’omonima confraternita laicale agli inizi del sec. XVII e fu riaperta al culto come sussidiaria della parrocchia dopo le soppressioni napoleoniche e dotata di una facciata neo classica. L’interno, a una navata con profondo coro, presenta tre altari: il maggiore di stile barocco in marmi policromi presenta una bella statua lignea settecentesca della Madonna. Il bel campanile barocco crollò nel 1961; la chiesa è stata interamente restaurata recentemente dal Comune che l’adopera per scopi culturali.

San Martino (o della Natività di Maria), di antica origine, sorge presso l’attuale cimitero e fu riedificata nel sec. XVIII. L’interno fu restaurato in forme neo-gotiche alla fine dell’ottocento su disegno di don Giovanni Console; sull’altare marmoreo settecentesco è un affresco della Madonna con il Bambino datato 1523. Lo stesso sacerdote promosse l’erezione di una chiesetta dedicata alla Madonna di Oropa, eretta in stile gotico francescano.

Più modesta la cappella di Sant’Antonio, riedificata nell’ottocento sui resti di un edificio più antico, decorata nel 1978.

In mezzo alla campagna è il Santuario di Sant’Anna, luogo di frequentazione e devozione da parte dei Cilavegnesi. Ebbe origine nel sec. XVI da un affresco votivo raffigurante la Vergine tra i Santi Giacchino ed Anna, venerato sopra l’altare maggiore. La chiesa fu costruita a più riprese, e gli fu dato il singolare aspetto odierno dall’opera di don Console che nel 1889 ne avviò l’ampiamento secondo il gusto del tempo.

Fin dal 1922, e per quasi un secolo, operarono le Suore Missionarie dell’Immacolata presso l’oratorio, alle quali succedettero per poco tempo le Piccole Figlie del Sacro Cuore di Sale. Fu parroco per 43 anni mons. Mario Tarantola (a Cilavegna come curato fin dal 1967); attualmente regge la parrocchia come prevosto don Giampaolo Villaraggia.

Il testo di questa pagina è stato estratto da un articolo di Don Cesare Silva nella pubblicazione “Aurora della Lomellina” (maggio 2023).