11/09/2022
La tradizione vuole che nelle campagne che circondavano questo centro lomellino, nel 101 a.C., i Romani vincessero i Cimbri, un’antica popolazione di origine germanica.
Gli storici romani ricordano questo avvenimento come la Battaglia dei Campi Raudii e chiamano Retovium, o Raudovium, il centro abitato vicino cui fu combattuta; questo luogo si identifica proprio con Robbio.
Spentosi il casato, subentrò per acquisto l’arciprete di S. Maria della Scala di Milano, Don Alessandro Trotti. Nel 1721 i possedimenti passarono ai Belcredi, quindi agli Orsini ed altri Nel 1821 il castello, con le relative terre, fu acquistato dalla famiglia Boschi.
E’ nato a Robbio il famoso centravanti Silvio Piola, campione mondiale con la nazionale nel 1938.
Il Castello , detto tuttora dell’“arca”,
sorge su uno spalto naturale del terreno; costituisce uno dei luoghi più interessanti di Robbio e si tratta di un esempio
unico in Lomellina. Robbio conserva, insieme al castello e alle chiese romaniche, un intero quartiere di aspetto tipicamente
medievale, frutto di una serie di rifacimenti operati nei primi decenni del secolo XX. L’insieme delle costruzioni, peraltro
gradevole e di notevole fascino, rappresenta un esempio del gusto in voga negli anni Venti-Trenta per il Medioevo, architettonicamente
trasposto anche su edifici niente affatto antichi. Il castello, a impianto quadrangolare aperto sul lato occidentale, circondato da
fossato, già più volte rimaneggiato tra basso Medioevo e Rinascimento, ha conservato intatta qualche porzione del
paramento murario esterno (si riconosce, in qualche punto, la merlatura, tamponata), mentre interamente ricostruita è la snella
e alta torre, con apparato a sporgere sommitale. Intatto anche l’ingresso, sopra al quale sono visibili le tracce di un antico
ponte levatoio. Nel centro storico della cittadina sono riconoscibili altri resti, anche rilevanti, di costruzioni fortificate di
varie epoche.
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- XIII sec.), con preziosi affreschi
cinquecenteschi attribuiti a Tommasino da Mortara.
D’epoca quattrocentesca è la chiesa di San Michele ,
con una tipica facciata tardo-gotica decorata in cotto; più antica è San Valeriano (V-VI sec.),
ampliata e ricostruita dai monaci cluniacensi alla fine del secolo XI: dedicata inizialmente a Sant’Andrea, viene intitolata
a San Valeriano quando, nel 1236, vi viene trasferito il suo corpo. Ora si presenta con la facciata ed il corpo, ornato da elementi
romanici, staccati dall’abside maggiore per il crollo di parte della costruzione.
Ricordiamo infine la settecentesca chiesa parrocchiale di Santo Stefano ,
che sorge sulla piazza detta “dl’urmon” per la presenza, fino al 1985, di un grande olmo, piantato ancora prima
della costruzione della chiesa e rimasto per anni simbolo e memoria storica della comunità robbiese; la chiesa conserva
artistico coro intagliato ed una tavola del mortarese Lanino, avente per motivo l’incoronazione.
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Cuore della manifestazione, che vede ogni anno migliaia di spettatori, è la corsa delle carriole, che si tiene la domenica successiva; l’ordine di partenza viene stabilita in base al punteggio effettuato nei giochi infrasettimanali. Ogni concorrente deve trasportare, lungo un percorso di un chilometro, un sacco da un quintale.