Il toponimo Garlasco è sicuramente anteriore all’anno mille. Un’ipotesi lo fa risalire al vocabolo celtico “Kerlescki“, che significa “villaggio dell’incinerazione”. L’ipotesi è avallata dallo storico romano Tito Livio che chiama il villaggio “Victumulis”, ovvero “villaggio delle tombe”, traducendone il significato dall’antico vocabolo celtico. Meno attendibile, ma molto più pittoresca, un’antica leggenda che narra la storia di un innamorato che, essendo costretto a partire per la guerra, prima di uscire dall’abitato esclama “Cara ti lascio”, da cui “Garatilasium”, e poi “Garlascum“.
L’origine del paese è riportabile all’età del bronzo-ferro I (800 a.C.), come dimostrato dai vari reperti rinvenuti. Sicuramente villaggio gallico e poi romano, troviamo le prime notizie documentate in scritti di Berengario I (909) ed in un editto del 30 settembre 981, con cui Ottone II di Sassonia, imperatore e re d’Italia e di Germania, assegna il possesso dell’abitato, munito di poderose opere murarie difensive, al monastero di San Salvatore in Pavia.
Nel secolo XIV passa sotto la dominazione dei Visconti, quindi ai marchesi del Monferrato; questi, prima di perderlo di nuovo a favore dei Visconti, incendiano la fortezza; infine, nel 1436, il paese passa alla famiglia dei conti Castiglioni.
Durante la seconda guerra del Risorgimento Garlasco subisce notevoli danni da parte degli Austriaci.
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che sorge nel centro del paese a margine della piazza piccola. In esso sono osservabili, malgrado le inevitabili sovrapposizioni
architettoniche, alcuni caratteri dell’originaria costruzione quattrocentesca; al contrario gli edifici circostanti,
alcuni dei quali ospitano uffici pubblici, hanno subìto ristrutturazioni radicali che non permettono più di
riconoscerne l’identica origine castrense. Il torrione è stato restaurato nel XX secolo.
Piazza della Repubblica è una spaziosa piazza con portici, chiusa da un lato dal Municipio e dall’altro dalla Chiesa parrocchiale, progettata dall’architetto Angiolini nel 1860. La Chiesa parrocchiale, dedicata alla Beata Vergine Assunta ed a San Francesco, è sicuramente il monumento più importante della città; la costruzione, in stile corinzio, iniziata nel 1715, termina nel 1783 ed è consacrata solo cento anni più tardi, nel 1873. La cupola della chiesa, con i suoi 33 metri di altezza, è la più alta di tutta la Lomellina. La decorazione è dei pittori Boniforti, Galliano e Barni di Vigevano (1896); notevole è il pulpito, uno dei più ragguardevoli della provincia. Inoltre si ammirano una efficace «Via Crucis» del pittore locale Giuseppe Sampietro (1810-1890), nonché quindici quadretti ai lati dell’altare della Madonna del Rosario, che la tradizione attribuisce a Tranquillo Cremona. Secondo certuni essi sarebbero opera del pavese Achille Savoia (1842-1886).
Garlasco vanta altre chiese ed oratori di origini storiche:
Nulla rimane della chiesa di S. Paolo, nominata in una cronaca del 1565, della cappelletta dedicata a S. Pietro Apostolo, già chiesa del palazzo marchionale dei Nobili Castiglioni, feudatari del paese.
L’area intorno al Santuario della Madonna della Bozzola è spesso protagonista della storia. L’archeologia ha dimostrato che ivi era stato costruito un centro abitato forse di origini galliche e, in seguito, inglobato dai Romani. Esso, secondo la tradizione, era chiamato Antona > an thon > “bosco elevato” in lingua celtica. Mentre, diversi secoli dopo, la stessa area fu scenografia di due avvenimenti miracolosi con protagonisti il pittore Agostino da Pavia e una pastorella sordomuta, cui fece seguito l’edificazione del Santuario della Madonna della Bozzola.
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della Madonna della Bozzola 20/10/2022
, che ha dato il nome alla località. La sua
storia è direttamente legata alla terra di Lomellina, della cui fede è espressione autentica e profonda. La tradizione ci tramanda
che nel 1462 la Madonna appare ad una povera pastorella sordomuta, intenta a pascolare il suo gregge in questo luogo pieno di biancospini
(“buslon” in dialetto lomellino), davanti ad un’immagine sacra custodita in una rustica cappelletta; la Vergine le
parla, le sfiora con le dita le labbra e la pastorella guarisce. La Madonna si rivolge allora alla giovane e la invita a far edificare una grande
chiesa al posto della cappelletta. Il fatto provoca grande entusiasmo, la chiesa viene subito costruita e vede accorrere migliaia di pellegrini
che invocano, a loro volta, all’immagine miracolosa la concessione di grazie.
All’inizio del Seicento il piccolo Santuario è così frequentato che si decide di ampliarlo: il nuovo edificio viene costruito attorno alla Madonnina originaria, che rimane sull’altare maggiore, e terminato nel 1623, ma gli abbellimenti continuano nei secoli successivi. Nel 1705 è stato costruito il braccio destro, nel 1719 il coro, nel 1775 il nuovo altare maggiore (su disegno di Gabriele Longhi), nel 1856 il braccio sinistro e, finalmente, tra il 1896 ed il 1898, la facciata, su disegno dell’arch. Nava di Milano. La fontana posta sul piazzale antistante è sorta su progetto dell’arch. prof. Giacomo Diegoli di Pavia (1956). Nel 1927 il Santuario viene insignito del titolo e dei privilegi di Basilica minore.
Anche oggi il Santuario della Madonna della Bozzola
è meta di pellegrinaggi di fedeli devoti che giungono anche da molto lontano
per pregare e chiedere grazie alla Vergine.
Il Comune comprende anche la frazione di San Biagio.
Oggi questa cittadina è anche un punto di riferimento, ben oltre i confini provinciali, per i suoi locali di ritrovo e di svago, orientati in modo particolare ai giovani.
Per coloro che sono attratti anche dagli aspetti di interesse
naturalistico, da segnalare l’oasi Lipu “Boschi del
Vignolo ”.
Dal 1964 un punto di riferimento della Lomellina per quanto riguarda il divertimento, lo svago e l’intrattenimento è il complesso “Le Rotonde”; 42.000 mq di spazi aperti tutto l’anno e che ospitano discoteche, piscine, ristoranti e pizzerie.
Da segnalare, nel mese di aprile (precisamente si tiene il lunedì “dell’Angelo”) la Festa della Madonna della Bozzola, il “PaliOttone” il mese di maggio e la Sagra Patronale si tiene nel mese di settembre.